Ddl concorrenza, MNLF: “Una legge per le lobby”

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Per stessa ammissione di uno dei due relatori della legge, il Sen. Marino, era stato siglato un patto di sangue tra Nuovo Centro Destra e il Partito Democratico per far entrare il capitale privato nelle farmacie in cambio della propria opposizione (Pd) alla liberalizzazione dei farmaci con obbligo di ricetta pagati direttamente dai cittadini

farmacia-mediciRoma, 19 aprile 2016 – È con soddisfazione che il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti accoglie le dichiarazioni rilasciate durante Cosmofarma da alcuni politici della maggioranza. Soddisfazione perché ormai risulta palese che il Ddl concorrenza non è una legge per aumentare il livello di competitività del Paese ma un favore, nemmeno nascosto, a lobby e corporazioni.

Difatti, per stessa ammissione di uno dei due relatori della legge, il Sen. Marino, ben prima della discussione parlamentare, era stato siglato un patto di sangue tra Nuovo Centro Destra e il Partito Democratico per far entrare il capitale privato nelle farmacie in cambio della propria opposizione (Pd) alla liberalizzazione dei farmaci con obbligo di ricetta pagati direttamente dai cittadini.

Un patto in favore di alcune multinazionali a danno dell’interesse generale, a danno dei cittadini che continueranno a pagare i farmaci di fascia C al massimo del prezzo.

Le parafarmacie, continua a ripetere come un “mantra” il responsabile sanità del Pd, sono un errore, ed è certamente vero per chi come Gelli non riesce ad immaginare una società ove capacità e merito, libera imprenditoria e professionalità hanno la meglio sulle rendite di posizione. Una società che i frequentatori del “salotto buono” delle lobby avversano come la “peste”.

È una visione diametralmente opposta quella che si confronta: da una parte la difesa dei privilegi, dall’altra la rivendicazione di un diritto, il diritto di esercitare liberamente la propria professione.

Nello stesso convegno si debbono anche registrare le dichiarazioni dell’on. Raffaello Vignali che, rispolverando una vecchia proposta Federfarma (Gasparri – Tomassini) chiede di togliere l’obbligo della presenza del farmacista in parafarmacia, proposta tesa a depotenziare le richieste di liberalizzazione. Una proposta tanto vergognosa quanto contraddittoria rispetto alla domanda di sicurezza per i cittadini che gli stessi fautori dello status quo hanno più e più volte richiamato nella loro contrarietà alla vendita dei farmaci di fascia C in parafarmacia con il farmacista.

Dichiarazioni che vengono fatte sempre con l’assenza totale di un contradditorio, dichiarazioni fatte per compiacere la lobby di turno. Il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti rinnova per l’ennesima volta l’invito ad un confronto pubblico, confronto che sino ad oggi i “paladini” delle corporazioni hanno sempre cercato di evitare. Se lo faranno anche questa volta i cittadini sapranno quali interessi vengono tutelati nel Ddl concorrenza e sapranno anche se rinnovare o meno loro la fiducia.

fonte: ufficio stampa

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