Anaao Assomed augura buon lavoro al nuovo Ministro della Salute

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Roma, 1 giugno 2018 – Auguri non rituali di buon lavoro al nuovo Ministro della Salute, on. Giulia Grillo. Perché di lavoro, e di lavoro buono, hanno bisogno la sanità italiana, i cittadini, il personale. Che, Medici in primis, ed il nuovo Ministro ne è perfettamente consapevole, rappresentano “la prima vittima sacrificale della contrazione delle risorse che ha colpito la sanità ed ha tutto il diritto di essere ascoltato e di essere trattato bene per la grande missione che svolge”. Medici con l’età media più alta al mondo, anziani e demotivati, senza giovani pronti al ricambio, anzi senza ricambio per il gigantesco fallimento del sistema di formazione post laurea.

La sanità pubblica costituisce la più grande infrastruttura sociale e professionale del Paese, chiamata a tutelare un bene prezioso e costituzionalmente protetto che può contribuire al cambiamento dell’Italia, rappresentando anche un formidabile volano per l’economia, visto che la filiera della salute vale 11 punti di PIL a fronte di un costo inferiore a 7.

Un sistema complesso che, dopo anni di definanziamento, è in involuzione recessiva, espulso dal radar della politica e dall’agenda dei Governi, se non come puro costo da abbattere, condannato a non reggere le sfide epocali che abbiamo di fronte (declino demografico, aumento delle malattie croniche e della non autosufficienza, accesso ai nuovi e costosi farmaci e dispositivi medici, crescita delle diseguaglianze con frattura netta tra Nord e Sud, tra aree interne e fasce costiere, carenza strutturale di medici).

Se il sistema sanitario ancora regge e se il fondamentale diritto alla salute è ancora esigibile senza carta di credito, è solo perché chi è rimasto in corsia continua a dar prova di grande senso del dovere, tutti i giorni e tutte le notti, facendo fronte con risorse taglieggiate ad una domanda di salute crescente e complessa, esposto alla delegittimazione sociale ed alla aggressione verbale e fisica. In attesa ancora, soli nel mondo  della sanità e del pubblico impiego, di un rinnovo del CCNL dopo 9 anni di un blocco lineare che ne ha peggiorato le condizioni di lavoro e falcidiato le retribuzioni.

Con i giovani medici sospesi tra sotto-occupazione precaria ed emigrazione, sestuplicata negli ultimi 5 anni. Un regalo da 150.000 euro, il costo di una Ferrari, di investimento formativo che facciamo ai Paesi vicini per ognuno di loro.

Al nuovo Ministro della Salute e al Governo del cambiamento chiediamo di rilanciare il ruolo del SSN, preservarne l’universalismo e la sicurezza delle cure, arrestare la crescita delle diseguaglianze restituendo unitarietà ad una sanità a pezzi ed ad un diritto alla salute che è uno ed indivisibile.

Il che richiede di rafforzare il finanziamento della sanità pubblica, che non è un pozzo senza fondo, ma il secondo miracolo economico italiano grazie al migliore rapporto in Europa tra costi e risultati, anche a fronte della espansione dei fondi cosiddetti integrativi, ma anche di ri-capitalizzare il lavoro che ne è valore fondante, e sostenere le professionalità per cambiare i modelli organizzativi, garantire l’appropriatezza delle prestazioni, ridurre gli eventi avversi, migliorare gli esiti delle cure, controllare i costi.

Il Ministro cominci a dare ascolto a chi reclama semplicemente il diritto a curare con la dignità, l’autonomia e la responsabilità che derivano dal duplice ruolo di garanzia esercitato nei confronti dei cittadini e dello Stato.

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