Alzheimer e demenze, fondamentali i caregiver nel percorso terapeutico. Congresso All4AD a Pavia

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Pavia, 25 settembre 2019 – Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, se nel 2010 si registravano circa 35,6 milioni di casi di demenza nel mondo, nel 2030 questi raddoppieranno e nel 2050 si arriverà a contare 7,7 milioni di nuovi casi all’anno (uno ogni 4 secondi). Come si legge sul portale di Epidemiologia dell’Istituto Superiore della Sanità (Epicentro), in Italia si stima oltre un milione di pazienti con demenza e sono circa 3 milioni le persone direttamente o indirettamente coinvolte nell’assistenza.

Al via nei giorni di venerdì 4 e sabato 5 ottobre alla Fondazione Mondino di Pavia la prima edizione di All4AD – Alliance for Alzheimer’s disease and other Dementias, congresso scientifico rivolto a tutti gli specialisti coinvolti nello studio e nella cura delle patologie neurodegenerative a carattere dementigeno. L’appuntamento si iscrive nell’agenda di eventi di All4AD, manifestazione organizzata e promossa da IRCCS Fondazione Mondino, Università di Pavia e Scuola di Studi Superiori IUSS nel solco delle iniziative del 21 settembre Giornata Mondiale dell’Alzheimer.

Nella due giorni di formazione e aggiornamento, il panel di esperti sarà impegnato a tracciare un quadro delle complesse problematiche e delle più interessanti prospettive della gestione del paziente, tra cui la necessità e le complessità della diagnosi precoce, i progressi della ricerca in relazione ai limiti mostrati dai trattamenti farmacologici e soprattutto l’efficacia dei nuovi modelli di assistenza delle persone con demenza “dementia friendly”, fondati sulla formazione degli operatori sanitari e sul coinvolgimento di familiari, caregiver e territorio.

“Le demenze costituiscono un bisogno medico in gran parte disatteso e un formidabile puzzle biologico – spiega Stefano Govoni, presidente del Comitato Scientifico del Congresso – La ricerca sulle demenze vive un momento di difficoltà anche perché sono oltre quindici anni che non viene approvato un nuovo farmaco specifico per il loro trattamento. I ricercatori che si incontreranno in Pavia affronteranno il tema a tutto campo, cercando di creare ponti tra la ricerca molecolare avanzata, anche diretta allo sviluppo di nuovi farmaci, e la realtà della clinica quotidiana. Una particolare attenzione sarà data ai modi di prendersi cura della persona con demenza nelle strutture sanitarie così come nel contesto familiare e sociale di riferimento”.

“All’interno di queste complessità esiste il problema delle forme atipiche, che possono essere di difficile riconoscimento – spiega Stefano Cappa, docente IUSS e Honorary Senior Research Associate a University College of London – Nei casi in cui la malattia si presenti come nella capacità di trovare nomi per gli oggetti comuni, può esserci il coinvolgimento delle aree dell’emisfero sinistro del cervello, che sono responsabili del linguaggio. Una seconda manifestazione atipica sono i disturbi della percezione visiva, della lettura e del riconoscimento dei volti, e può riguardare la zona posteriore del cervello. Una terza comporta alterazioni del comportamento, che sono ancora più difficili da distinguere dalle patologie di ambito psichiatrico, e che coinvolgono le regioni anteriori della corteccia. La diagnosi differenziale è quindi importantissima, non solo per evitare di fare esami inutili e correre il rischio di ritardare la diagnosi, ma anche perché, nello studio dell’efficacia dei nuovi farmaci, questi pazienti possano essere presi in considerazione al pari di quelli con comuni disturbi della memoria”.

Fondamentale per la cura è inoltre l’alleanza tra istituzioni che fanno ricerca, aggiunge Fabio Blandini, Direttore Scientifico della Fondazione Mondino: “L’area delle demenze, dell’Alzheimer in particolare, è una delle più attive nel campo delle neuroscienze, ma gli sforzi prodotti dai singoli gruppi di ricerca – in Italia come all’estero – non hanno ancora prodotto terapie in grado di contrastare l’evoluzione della malattia. Esistono inoltre notevoli differenze nella disponibilità di assistenza qualificata che i pazienti possono ricevere nel nostro paese. Per questo motivo la rete degli IRCCS di Neuroscienze del Ministero della Salute, di cui il Mondino fa parte, ha appena costituito l’Istituto Virtuale delle Demenze. L’idea è collegare in un network operativo i principali istituti scientifici impegnati nella ricerca clinica sulle demenze, per produrre uno sforzo comune che andrà a sicuro beneficio dei pazienti italiani”.

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