Virus Zika: per la prima volta al mondo pubblicati gli standard internazionali per la diagnosi della microcefalia

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donna-incinta-gravidanzaTorino, 25 febbraio 2016 – Per la prima volta al mondo pubblicate sulla prestigiosa rivista internazionale Lancet (con relativo editoriale di commento dei giorni scorsi dell’autorevole epidemiologo brasiliano prof. Cesar Gomes Victora) le carte antropometriche con gli standard internazionali di riferimento per la diagnosi di microcefalia nei neonati, grazie allo studio del Progetto INTERGROWTH-21st, con il coordinamento dell’ospedale Sant’Anna della Città della Salute e dall’Università di Torino.

L’allarme sollevato recentemente a livello internazionale sui possibili rischi fetali in caso di infezione materna da virus Zika durante la gravidanza si riferisce soprattutto al sospetto di una relazione causale tra esposizione intrauterina al virus e microcefalia. Il rischio sarebbe particolarmente elevato nei Paesi dove è maggiore la diffusione del virus stesso, quali il Brasile e altri Stati dell’America Centrale, America del Sud e area Caraibica, ma la diffusione dei viaggi internazionali ha esteso l’attenzione a questo problema a livello mondiale.

La microcefalia alla nascita è una condizione molto rara, la cui incidenza varia a seconda delle popolazioni e dei differenti criteri diagnostici, tra 1,3 a 150 casi su 100.000 nati vivi. Negli Stati Uniti ad esempio le stime sono comprese tra 20 e 120 neonati per 100.000 nati vivi. È causata da molteplici condizioni che possono causare anomalie della crescita cerebrale e quindi della circonferenza cranica, quali infezioni congenite, in particolare da Toxoplasma, virus della rosolia e citomegalovirus, esposizione ad agenti tossici o alcool, specifiche anomalie genetiche.

La diagnosi di microcefalia, che costituisce il primo segno di allarme per gli approfondimenti diagnostici, è basata in gravidanza sulla misurazione ecografica delle dimensioni della circonferenza cranica fetale e, dopo il parto, sulla misura della circonferenza cranica del neonato. Il sospetto nasce se queste misure sono inferiori a un certo valore soglia di specifiche carte di riferimento. Fino al 2014 esistevano a questo scopo solo carte locali o nazionali non sempre di buona qualità metodologica, costruite con modalità molto diverse e che quindi non permettevano una diagnosi affidabile ed un confronto dei dati a livello internazionale.

Un recente commento pubblicato sulla prestigiosa rivista Lancet sottolinea come oggi a livello internazionale siano disponibili, quale strumento di riferimento per la diagnosi affidabile di microcefalia nei neonati, le carte antropometriche del Progetto INTERGROWTH-21st. Si tratta del progetto internazionale promosso dall’Università di Oxford (prof. Josè Villar) e finanziato dalla Fondazione Bill e Melinda Gates, cui hanno partecipato 8 Centri al mondo e per l’Europa Continentale l’ospedale Sant’Anna della Città della Salute e l’Università di Torino. Il Progetto è stato coordinato per la parte ostetrica dalla prof.ssa Tullia Todros e per la parte neonatale dal prof. Enrico Bertino.

Le carte neonatali pubblicate, inizialmente per i neonati con età gestazionale superiore alle 33 settimane, sono state completate a febbraio anche per i nati di età gestazionali inferiori, nell’ambito di un progetto dedicato ai neonati pretermine, coordinato dalla dott.ssa Francesca Giuliani. I riferimenti per la diagnosi di microcefalia sono quindi attualmente disponibili, così come per i feti, anche alla nascita, per i neonati di tutte le età gestazionali. Inoltre permettono una valutazione, nello stesso tempo, non solo della circonferenza cranica, ma anche della lunghezza e del peso. Mettere in relazione i tre parametri consente un più accurato inquadramento diagnostico.

Insieme alle carte è stato sviluppato un sistema informatizzato, facilmente accessibile on-line e di semplice utilizzo, per il calcolo immediato della eventuale deviazione dalla normalità della circonferenza cranica (https://intergrowth21.tghn.org/global-perinatal-package/intergrowth-21st-comparison-application/).

L’editoriale di Lancet sottolinea come questi standard rivestano una grande importanza per la diagnosi e la sorveglianza epidemiologica dei casi di microcefalia neonatale potenzialmente associati con infezione da virus Zika. Uno standard nella sorveglianza dei casi di microcefalia potrà valutare in Brasile se sia reale il sospetto di una relazione causale tra infezione materna da virus Zika e microcefalia neonatale. Le carte inoltre costituiscono uno strumento prezioso da utilizzare a questi scopi non solo a livello locale ma anche e soprattutto a livello internazionale.

fonte: ufficio stampa

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