Prof.ssa Lucia Del Mastro, Direttore Breast Unit IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova e professore associato della Scuola di Specialità in Oncologia Medica Università degli Studi di Genova: “Questa prima fase di sperimentazione sarà condotta in donne operate per carcinoma mammario triplo negativo, che hanno già ricevuto i trattamenti post-operatori standard”
Roma, 15 novembre 2021 – È di queste ore la notizia dell’avvio negli Stati Uniti, del primo trial clinico per un vaccino contro il tumore al seno che sarà somministrato in tre dosi, inizialmente a pazienti che hanno avuto un carcinoma mammario triplo negativo e sono a rischio recidiva.
Abbiamo chiesto un parere a Lucia Del Mastro, coordinatrice del Working Group Mammella di Alleanza Contro il Cancro, specialista in Oncologia Medica e professore associato della Scuola di Specialità in Oncologia Medica presso l’Università degli Studi di Genova nonché Direttore della Breast Unit dell’ospedale IRCCS San Martino di Genova, tra i fondatori della nostra Rete.
“Aver individuato una proteina, l’alfa-lattoalbumina, presente sulle cellule di carcinoma mammario e assente sulle cellule mammarie normali (eccetto che nel periodo dell’allattamento) – spiega l’oncologa – costituisce l’aspetto più interessante di questa ricerca su vaccino contro il carcinoma mammario. Per questa sua caratteristica l’alfa-lattoalbumina costituisce un ottimo bersaglio per lo sviluppo di un vaccino che avrebbe la capacità di stimolare le cellule del sistema immunitario solo contro il tumore e non contro il tessuto sano”.
“La sperimentazione – aggiunge ancora Del Mastro – è in una fase ancora molto precoce: individuazione della dose adeguata da somministrare e valutazione della capacità di stimolare una risposta immunitaria. Questa prima fase di sperimentazione sarà condotta in donne operate per carcinoma mammario triplo negativo, che hanno già ricevuto i trattamenti post-operatori standard”.
“Solo se questa prima fase darà i risultati previsti si potrà passare alla sperimentazione in donne sane ma a rischio di sviluppare un carcinoma mammario, valutando quindi – conclude la coordinatrice del WG Mammella – se è davvero possibile prevenire lo sviluppo del cancro mammario con un vaccino come oggi accade per alcune malattie infettive”.