Ferrara, 16 novembre 2023 – Hanno preso il via, lo scorso 16 ottobre, le vaccinazioni sia per il Covid che contro l’influenza stagionale. La campagna punta a innalzare la copertura per le persone ad alto rischio, di tutte le età, per condizione patologica, fisiologica (come la gravidanza) o esposizione lavorativa, oltre naturalmente agli ultrasessantenni.
Anche quest’anno il Ministero ha inserito nella categoria delle persone a cui è raccomandato il vaccino gratuito, i bambini sani dai 6 mesi ai 6 anni. L’obiettivo è raggiungere il 75% di copertura vaccinale nei cittadini dai 65 anni in su (fascia d’età per cui l’Emilia-Romagna è al primo posto tra le grandi regioni italiane come percentuale di copertura), a migliorare le coperture vaccinali nel personale sanitario e nei bambini a rischio di complicanze per presenza di patologie.
Per approfondire l’importanza delle vaccinazioni in gravidanza abbiamo intervistato il prof. Pantaleo Greco, Direttore dell’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale S. Anna (Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara).
Professore, perché sono importanti le vaccinazioni per le donne in gravidanza?
“Le vaccinazioni effettuate in gravidanza possono proteggere la madre da malattie infettive che possono essere potenzialmente pericolose – come l’influenza e SARS-CoV-2 – in quanto la gravidanza rende le donne più suscettibili a peggioramento delle condizioni generali ed a maggiori complicazioni respiratorie. Diversi studi hanno ormai escluso ogni tipo di ripercussione negativa del vaccino SARS-CoV-2 sulla salute del neonato, sia alla nascita sia nei sei mesi successivi, periodo nel quale non si è verificato nessun eccesso di ricoveri nel gruppo di bambini nati da madri vaccinate in gravidanza”.
“Al contrario, si è dimostrato l’effetto protettivo del vaccino rispetto ai neonati non esposti al vaccino. In poche parole proteggendo la mamma da Covid si difende anche il bambino dalle sue conseguenze indirette. Tra le altre vaccinazioni raccomandate in gravidanza ricordiamo poi il vaccino antipertosse (raccomandato dalla 28 alle 36 settimana di gravidanza) che stimola la formazione e quindi il passaggio di anticorpi, trasmessi dalla madre al feto attraverso il circolo placentare, che possono offrire una protezione temporanea al neonato, riducendo il rischio di infezioni e di complicanze respiratorie, purtroppo anche molto gravi, nelle prime settimane di vita”.
In che modo le vaccinazioni si “ripercuotono” anche sulle persone vicine alle donne in gravidanza, come i papà, altri bambini e nonni?
“Le persone vicine alle donne in gravidanza, come i familiari, potrebbero essere portatori di malattie infettive senza saperlo. La vaccinazione riduce il rischio di trasmettere queste malattie alla madre o al neonato. Inoltre, quando un numero sufficiente di persone è vaccinato, si crea una “immunità di gregge” che riduce la diffusione delle malattie infettive all’interno dell’intera comunità. Ciò protegge indirettamente anche le persone che non possono essere vaccinate, come i neonati e coloro che hanno condizioni mediche che impediscono la vaccinazione”.
Perché le vaccinazioni sono importanti per tutti gli operatori sanitari?
“Innanzitutto per protezione personale: gli operatori sanitari possono essere esposti a una varietà di agenti patogeni durante il loro lavoro e le vaccinazioni li proteggono da infezioni potenzialmente gravi, riducendo il rischio di ammalarsi.
In secondo luogo la prevenzione della diffusione delle malattie: gli operatori sanitari possono essere essi stessi portatori di malattie senza mostrare sintomi evidenti. Quindi la vaccinazione previene la trasmissione di malattie tra operatori sanitari e pazienti, riducendo il rischio di focolai in strutture sanitarie.
Non ultimo l’onere di essere un esempio per la comunità: gli operatori sanitari svolgono un ruolo influente nella promozione della vaccinazione tra i pazienti e la comunità in generale. Essere vaccinati dimostra l’importanza della vaccinazione e può incoraggiare gli altri a farlo”.