Tumori uroteliali, al via il primo Registro nazionale

Il progetto è promosso da FICOG (Federation of Italian Cooperative Oncology Groups) e contribuirà a migliorare la conoscenza della patologia, della pratica clinica e dei bisogni dei pazienti

Milano, 20 dicembre 2022 – È stato lanciato oggi il primo Registro nazionale dei Carcinomi Uroteliali (vescica, ureteri e pelvi renali) metastatici. Ad annunciarlo la FICOG (Federation of Italian Cooperative Oncology Groups), che promuove questo importante strumento di conoscenza della patologia, la cui realizzazione è stata resa possibile con il supporto non condizionante di Gilead Sciences.

Tra questi il predominante è certamente il carcinoma della vescica che rappresenta il 12° tumore per incidenza nel mondo e continua ad avere un’elevata mortalità e morbidità, nonostante negli ultimi anni gli avanzamenti terapeutici abbiano contributo alla riduzione della mortalità.

Per conoscere l’impatto di questa patologia e dei suoi trattamenti, FICOG, con il supporto di Gilead, ha ritenuto necessario costituire un registro nazionale di patologia utile ai pazienti, ai medici ed al sistema sanitario.

Il registro ha molteplici scopi: migliorare la conoscenza sulla patologia neoplastica uroteliale, comprendere quali trattamenti vengano utilizzati nella pratica clinica e se gli stessi siano aderenti alle linee guida, analizzare quale sia l’impatto prognostico delle terapie e quali i bisogni dei pazienti. Pertanto, il Registro nazionale sui tumori uroteliali metastatici avrà un elevato valore scientifico ed un grande impatto sulla sanità pubblica.

Prof. Carmine Pinto

“Siamo orgogliosi di aver lanciato il primo Registro nazionale per i tumori uroteliali in stadio avanzato, un importante strumento che vuole favorire la corretta informazione su queste neoplasie e aumentare il livello di consapevolezza delle Istituzioni, degli operatori sanitari e di tutti i cittadini – sottolinea Carmine Pinto, Presidente FICOG – Il Registro permetterà la condivisione e lo scambio dei dati, fondamentali nell’implementare la strategia di controllo di questa patologia neoplastica. La scelta dei trattamenti e l’intero percorso di cura devono essere valutati da un team multidisciplinare. Grazie al lavoro di squadra di oncologi, urologi, chirurghi, radioterapisti, anatomo-patologi e biologi molecolari possiamo garantire la migliore assistenza”.

Prof. Giuseppe Procopio

“Il tumore della vescica colpisce ogni anno in Italia circa 29.200 persone – afferma Giuseppe Procopio, Direttore Programma Prostata ed Oncologia Medica Genitourinaria Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano – I pazienti sono soprattutto persone con più di 50 anni. È una forma di cancro complessa, pericolosa e, soprattutto, subdola. Presenta sintomi non specifici e, a differenza del tumore del seno o del colon-retto, non esistono programmi di screening per la popolazione che possano permettere una diagnosi precoce. La prevenzione, quindi, è fondamentale e passa dagli stili di vita sani. La chemioterapia è la strategia più impiegata nei pazienti con malattia in fase avanzata. Sono disponibili anche modalità di trattamento integrate con la radioterapia, in percorsi terapeutici multidisciplinari. E si stanno aprendo prospettive importanti grazie all’immunoterapia e agli anticorpi-farmaco coniugati”.

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