Trapianto eterotopico di fegato parziale. Eccezionale intervento, primo al mondo in Italia

Eseguito al Policlinico di S. Orsola di Bologna, unico caso al mondo di trapianto eterotopico di fegato parziale (ovvero in una sede anatomica diversa da quella naturale, in questo caso la milza). Il caso è stato accettato per la pubblicazione dall’American Journal of Transplantation, la rivista trapiantologica a più alto impatto internazionale

Bologna, 22 luglio 2020 – L’intervento, ideato dal prof. Matteo Ravaioli ed eseguito presso la Chirurgia Generale e Trapianti del Policlinico di Sant’Orsola, diretta dal prof. Matteo Cescon, ha previsto l’impianto di una piccola porzione di fegato al posto della milza del ricevente e quando la porzione di fegato è cresciuta sufficientemente per svolgere autonomamente la propria funzione si è proceduto alla rimozione del fegato originario che presentava metastasi epatiche non resecabili da tumore del colon. In questo modo è stato possibile curare il tumore ed eseguire il trapianto di fegato. Il paziente ora sta bene e conduce una vita normale senza limitazioni.

L’unicità dell’intervento è consistita nell’avere impiantato nella milza del paziente non un organo intero, non disponibile, ma solo una sezione di fegato del donatore per consentire di crescere adeguatamente e al contempo non entrare in contatto con il fegato metastatico che avrebbe potuto compromettere anche il nuovo organo. Quindi è stato possibile eseguire la rimozione totale dell’organo malato.

Questo intervento chirurgico si colloca perfettamente all’interno della mission trapiantologica e oncologica del neonato IRCCS Policlinico di S. Orsola. Il nuovo IRCCS, infatti, segna la strada che porterà Bologna ad avere un ruolo da protagonista a livello nazionale e internazionale nel mondo della ricerca applicata e al trasferimento dei risultati scientifici sul piano clinico e assistenziale.

Per i pazienti con patologie molto complesse che già oggi, da tutta Italia e non solo, vengono curati in questi ospedali, significa poter contare su protocolli sperimentali e ricevere i trattamenti più innovativi. Per i professionisti, sviluppare ulteriormente l’attività di ricerca anche entrando a far parte di reti internazionali.

La storia
Un uomo di 40 anni affetto da metastasi al fegato generate da un precedente tumore all’intestino nonostante fosse stato sottoposto alla rimozione chirurgica, ha visto ricomparire la malattia dopo poco tempo dopo.La rimozione chirurgica non era più possibile.

L’unica possibilità era l’intervento con questa nuova strategia che essendo del tutto nuova, ha richiesto una complessa ma necessaria procedura di approvazione da parte del Comitato etico del Policlinico e del Centro Nazionale Trapianti.

L’intervento è stato reso possibile grazie alla vasta e riconosciuta esperienza trapiantologica e di chirurgia epatica del Policlinico di Sant’Orsola il cui Centro Trapianti nel 2019 si è collocato tra i primi tre centri in Italia per numero totale di trapianti, 256, e, con i suoi 101 interventi, tra i primi 4 per numero di trapianti di fegato. Se a questi ultimi si aggiungono i 71 trapianti di Fegato del Policlinico di Modena, il 2019 è stato per il sistema Emilia Romagna l’anno record dei trapianti di fegato.

Numeri al momento in linea anche con il 2020 nonostante l’emergenza Covid. Un sistema che può funzionare solo nella sua coralità che ha come punto imprescindibile di coordinamento il Centro Regionale di Riferimento e il Centro Nazionale Trapianti.

L’intervento è stato presentato oggi in conferenza stampa da Giovanni Brandi, Direttore della Scuola di Specializzazione in Oncologia Medica di Bologna,Massimo Cardillo, direttore del Centro Nazionale Trapianti, Matteo Cescon direttore della Chirurgia generale e Trapianti del Policlinico, Raffaele Donini, Assessore alle Politiche per la Salute della Regione Emilia-Romagna, Gaetano Gargiulo, responsabile dei percorsi innovativi per il potenziamento della rete trapiantologica regionale, Chiara Gibertoni, direttore generale del Policlinico di S. Orsola, Matteo Ravaioli, il chirurgo che ha eseguito il trapianto, Enrico Sangiorgi, prorettore alla Didattica dell’Università di Bologna,  Gabriela Sangiorgi, direttore del Centro riferimento Trapianti Emilia-Romagna.

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