Sostituito cuore artificiale nelle Marche. Straordinario intervento senza precedenti in Italia

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Agli Ospedali Riuniti delle Marche le equipe del prof. Marco Di Eusanio, del dott. Christopher Munch e del dott. Gian Piero Perna sono state protagoniste di un’operazione che è stata realizzata solo altre quattro volte al mondo

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Ancona, 2 maggio 2018 – L’intervento di sostituzione di un cuore artificiale malfunzionante con un altro di ultima generazione e la sostituzione della valvola aortica è stato realizzato per la prima a volta in Italia agli Ospedali Riuniti delle Marche, che si conferma così un’eccellenza italiana ed internazionale, essendo stata l’operazione effettuata solo altre quattro volte nel resto del mondo (Germania).

L’equipe multidisciplinare guidata dal direttore SOD Cardiochirurgia Marco Di Eusanio, dal direttore SOD Anestesia e Rianimazione Cardiochirurgica Christopher Munch e dal direttore SOD Cardiologia Gian Piero Perna, ha eseguito, infatti, un intervento di elevata complessità mai realizzato prima a livello nazionale, utilizzando la tecnologia avanzatissima di un cuore artificiale di ultima generazione, l’HeartMate 3. Un’autentica operazione d’avanguardia.

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Da sinistra: Gian Piero Perna, Marco Di Eusanio, Christopher Munch

“L’intervento con l’impianto di un cuore artificiale di ultima generazione, l’HeartMate 3, ha tra i propri obiettivi quello di estendere la vita del paziente con scompenso cardiaco avanzato, ma anche di migliorarne la qualità. Decisivo in questo percorso l’apporto di equipe multidisciplinari che, attraverso l’alta specialità, la sinergia tra reparti e l’eccellenza tecnologica hanno consentito la riuscita dell’intervento sul paziente”, ha detto Marco Di Eusanio.

L’intervento, realizzato nell’agosto 2017, ha visto impegnati, oltre ai tre coordinatori, numerose figure professionali che hanno consentito la piena riuscita dell’intervento: dai cardiochirurghi agli anestesisti ai cardiologi intensivisti, sino agli altri specialisti come gli otorinolaringoiatri, i gastroenterologi, gli infettivologi a cui si sono aggiunti fisiatri, fisioterapisti ed infermieri.

Il successo terapeutico ottenuto in questo complesso paziente conferma l’efficace collaborazione di altissime specialità presenti presso Ospedali Riuniti delle Marche.

In cosa consiste l’innovazione d’avanguardia applicata al presidio Lanisi? Nello specifico i VAD, acronimo inglese di Ventricular Assist Device, sono dei dispositivi utili ad assistere il cuore nell’insufficienza cardiaca avanzata. Questi sistemi sono in grado di vicariare completamente la funzione dei ventricoli, garantendo la sopravvivenza del paziente. Il LVAD, sistema di assistenza ventricolare sinistra, attraverso un intervento chirurgico delicato viene ‘ancorato’ all’apice del cuore dove preleva il sangue e quindi anastomizzato all’aorta dove lo restituisce, bypassando il ventricolo sinistro severamente disfunzionante. L’energia alla pompa meccanica viene resa da un sistema con batterie esterne (ricaricabili con autonomia di massimo 17 ore), collegate ad un controller, attraverso un cavo di 5-6mm tunnellizzato in addome.

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L’intervento delle equipe multidisciplinari del Lancisi è stato realizzato su un paziente marchigiano di 70 anni, affetto da una grave forma di cardiopatia dilatativa su base ischemica, in cui 6 anni fa un grave infarto aveva provocato una severa riduzione della funzione cardiaca e per cui, dopo due anni, presso un altro centro, si era impiantato un VAD (HeartMate 2).

Dopo circa 4 anni di buon compenso cardiaco, il VAD impiantato ha iniziato ad essere disfunzionante per trombosi recidivanti non ben responsive alla sola terapia medica. L’Heart Team del Lancisi, dopo discussione collegiale tra cardiologi e cardiochirurghi e anestesisti, ha deciso di sostituire il dispositivo.

L’intervento ha previsto la riapertura del torace, l’isolamento del cuore e della vecchia pompa disfunzionante, il collegamento alla macchina cuore-polmoni, la sostituzione della valvola aortica (anch’essa malata e disfunzionante) e la sostituzione del VAD con uno di più recente fabbricazione.

Il paziente a sei mesi di distanza dal giorno dell’intervento, si trova in buone condizioni di salute.

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