Sensori wireless in una t-shirt per il monitoraggio cardiorespiratorio. Italia prima al mondo

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Avviato al Centro Cardiologico Monzino il primo servizio al mondo di monitoraggio multiparametrico cardiorespiratorio hi-tech

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Milano, 10 ottobre 2017 – Una tecnologia d’avanguardia, che incorpora speciali sensori nel tessuto di una t-shirt indossabile come una seconda pelle, apre una nuova frontiera nel monitoraggio cardiorespiratorio. Il servizio è avviato per la prima volta al mondo presso l’U.O. Scompenso, Cardiologia Clinica e Riabilitativa del Centro Cardiologico Monzino, diretta dal prof. Piergiuseppe Agostoni.

“É una ‘seconda pelle elettronica’ – spiega Agostoni – risultato di una tecnologia avanzatissima in grado di eseguire una registrazione che integra simultaneamente Holter, elettrocardiogramma e polisonnografia, senza elettrodi né cavi, grazie a particolari micro trasduttori incorporati all’interno del tessuto stesso”.

X10X.com, questo è il nome del dispositivo, permette di ottenere un monitoraggio ambulatoriale sofisticato, con rilevazioni nelle 24 ore e in diverse condizioni di attività e riposo. La registrazione dell’attività cardiorespiratoria viene abitualmente utilizzata per valutare atleti o pazienti e consente spesso di evidenziare condizioni cliniche insospettate o di interpretare sintomi non chiari.

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Prof. Piergiuseppe Agostoni

Il nuovo sistema, nello specifico, permette un monitoraggio elettrocardiografico a dodici derivazioni per la valutazione dell’attività elettrica del cuore, e un monitoraggio respiratorio con la registrazione dei movimenti della gabbia toracica, per il riconoscimento di disturbi respiratori e di quelli correlati al sonno, come ipopnea e apnea.

Per testarlo, il Centro Cardiologico Monzino ha condotto uno studio su soggetti di età compresa tra 20 e 80 anni e in condizioni cliniche stabili, i cui risultati sono in pubblicazione. “Questo device, messo a punto dalla start-up L.I.F.E. Italia, è il primo dispositivo wireless per la registrazione simultanea dell’ECG e dei movimenti respiratori che utilizza sensori incorporati nel tessuto di un indumento facile da indossare per i pazienti e, al tempo stesso, sofisticato per noi medici. Ma oltre a essere un’innovazione dal punto di vista clinico – conclude il prof. Agostoni – questa tecnologia rappresenta un cambio di paradigma dal punto di vista culturale. Per la prima volta infatti il proprietario dei dati è l’individuo e non più l’ospedale, e ciò comporterà necessariamente nel tempo un modo nuovo di intendere e costruire la medicina”.

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