Schizofrenia, depressione, pandemia e psichiatria forense: le ricerche in corso all’IRCCS Fatebenefratelli

Brescia, 5 ottobre 2021 – Nuovi geni per far luce sulla schizofrenia. Uno studio condotto in un gruppo di 400 pazienti italiani affetti da schizofrenia ha permesso di identificare alcuni geni di suscettibilità (TMEM74, RAVER2, RUNX1, GXYLT2 e RBPJ) associati alle alterazioni delle funzioni cognitive sociali. Sono informazioni importanti sulla patofisiologia di queste alterazioni e confermano che anche questa disfunzione potrebbe essere dovuta ad anomalie dei processi di neurosviluppo.

“Come tutte le malattie psichiatriche, la schizofrenia è una patologia complessa e multifattoriale dovuta dall’interazione tra fattori ambientali e fattori genetici” spiega Massimo Gennarelli, responsabile U.O. Genetica dell’IRCCS Fatebenefratelli di Brescia, secondo il quale “questi studi potrebbero portare alle definizioni di strategie terapeutiche più efficaci mirate agli specifici endofenotipi, nell’ottica di una medicina di precisione”.

Prevenire la depressione in gravidanza. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la depressione è la più comune morbilità associata alla gravidanza, colpendo più del 13% delle gestanti. Lo studio PRESeNT, finanziato dalla Regione Lombardia, bando FRRB (Early Career Award), che vede come Coordinatrice Annamaria Cattaneo dell’IRCCS Fatebenefratelli di Brescia, si pone l’obiettivo di identificare specifiche alterazioni biologiche (in termini di espressione genica ed epigenetica) presenti nelle donne affette da depressione durante il periodo della gravidanza e in donne ad alto rischio di sviluppare la patologia; inoltre, mira a valutare se queste alterazioni biologiche osservate nelle donne depresse o ad alto rischio sono presenti anche nei loro bambini. “Si vuole inoltre studiare se trattamenti farmacologici e non farmacologici possano avere un effetto preventivo nella modulazione di tali alterazioni osservate in mamme depresse e nei loro bambini”, spiega Cattaneo.

Disregolazione emotiva nei ragazzi. La salute mentale passa anche dalla capacità di regolare le proprie emozioni. Da tempo l’IRCCS Fatebenefratelli di Brescia studia la disregolazione emotiva e recentemente è stato condotto uno studio, rivolto ad un campione di studenti bresciani delle scuole secondarie superiori che ha esplorato la relazione fra la gravità della disregolazione emotiva, la presenza di comportamenti disadattivi, precedenti esperienze traumatiche infantili, sintomi ansiosi e depressivi e tratti della personalità riferibili a Disturbo Borderline di Personalità.

I risultati dello studio hanno evidenziato un’associazione fra alti livelli di disregolazione emotiva, traumi infantili, impulsività, e sintomi depressivi ed ansiosi e presenza di comportamenti disfunzionali, in particolare in un sottogruppo di giovani con manifestazioni di autolesionismo e binge eating (un disturbo dell’alimentazione caratterizzato da abbuffate analoghe a quelle presenti nella bulimia, ma che non vengono seguite da pratiche di eliminazione o compensazione).

Secondo Roberta Rossi, responsabile dell’Unità di Ricerca di Psichiatria, “alcuni tratti di personalità associati alla diagnosi di Disturbo Borderline di Personalità sono risultati essere correlati alla presenza di comportamenti disadattivi, quali autolesionismo e binge-eating. Ma il dato di particolare interesse, è che la disregolazione emotiva, i sintomi ansiosi e depressivi, sono dei mediatori di questa relazione”.

Ossigeno-Ozono per il Disturbo da Deficit di Attenzione ed Iperattività. Catia Scassellati (Laboratorio di Psichiatria Biologica – IRCCS Fatebenefratelli) ha ottenuto un finanziamento da parte del Ministero della Salute, mediante in quale verrà eseguito uno studio pilota in cui pazienti affetti da Disturbo da Deficit di Attenzione ed Iperattività, resistenti ai trattamenti farmacologici saranno sottoposti ad applicazioni terapeutiche non invasive/non farmacologiche/a basso costo/senza effetti collaterali.

Queste terapie sono rappresentate da specifici ceppi probiotici (PS) da soli o in combinazione con la terapia basata sulle proprietà rigeneranti dell’Ozono (O3), i cui meccanismi molecolari noti agiscono proprio sui processi dell’infiammazione e dello stress ossidativo. “Studieremo i potenziali effetti di questo cocktail sulla composizione del microbiota intestinale, sui meccanismi biologici molecolari e, di conseguenza, sui profili cognitivi/comportamentali dei pazienti aADHD”, spiega Scassellati.

Pandemia e benessere psicologico. La recente pandemia, oltre alle problematiche strettamente mediche ed assistenziali, ha avuto una molteplicità di conseguenze sul piano psicosociale, sia per l’effetto diretto dell’esperienza di malattia sperimentata da un gran numero di famiglie, che per la conseguenza delle misure restrittive e preventive attuate, quali il lockdown, la sospensione prolungata di molte attività lavorative e ricreative, ecc.

L’IRCCS Fatebenefratelli partecipa a un progetto promosso dall’Ufficio Regionale per l’Europa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che ha coinvolto oltre 30 paesi europei, dal titolo “Monitorare la conoscenza, la percezione del rischio, i comportamenti preventivi e la fiducia (‘trust’) per un’efficace risposta alla pandemia”.

Insieme all’IRCCS hanno preso parte al progetto l’Istituto Superiore di Sanità e l’AUSL di Modena: queste tre strutture, grazie al supporto finanziario della Fondazione CARIPLO e dello stesso IRCCS Fatebenefratelli, hanno commissionato alla Doxa (nota società di ricerche sociali e di mercato) lo svolgimento dell’indagine.

Il progetto ha coinvolto un campione rappresentativo dell’intera popolazione italiana comprendente 10.013 persone in età compresa tra 18 e 70 anni. La prima analisi condotta sul gran numero di dati raccolti ha riguardato i comportamenti nei confronti dei vaccini. I dati raccolti hanno messo in luce che una propensione ad accettare il vaccino per il SARS-COV-2 è associata alle seguenti variabili: un’età più avanzata, una maggiore scolarità, l’essere un operatore sanitario, la presenza di problemi cronici di salute, una maggiore percezione del rischio esistente, la condivisione delle politiche di sanità pubblica attuate nel corso della pandemia e la fiducia vero le istituzioni e le fonti di informazione di tipo sanitario (in opposizione invece alla priorità assegnata ai media ed ai social media).

È stato anche indagato, con uno specifico questionario, largamente utilizzato a livello internazionale, il benessere individuale: “il 54% degli intervistati ha riferito una condizione di scarso benessere psicologico, e questo dato potrebbe, almeno in parte, essere ascritto ai cambiamenti prodotti dalla pandemia, tra cui vanno comprese anche le difficoltà economiche insorte in tanti nuclei familiari”, commenta Giovanni de Girolamo, responsabile del progetto.

Risulta quindi evidente come, in un momento storico complesso e gravoso come quello che stiamo attraversando, comprendere bene il contesto nel quale i cittadini e le intere comunità rispondono ad un evento eccezionale, come è una pandemia, ed alle misure governative messe in atto per contrastarla è essenziale al fine di attuare misure più appropriate ed efficaci. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.studiocovidoms.it.

Indagine sui meccanismi cerebrali del disturbo borderline. Presso il Laboratorio di Neurofisiologia dell’IRCCS Fatebenefratelli, in collaborazione con l’Unità di Psichiatria, è in corso un progetto finanziato dal Ministero della Salute nell’ambito dei progetti “Starting grant” che premiano i progetti di giovani ricercatori.

Agnese Zazio, giovane ricercatrice dell’IRCCS, coordina questo progetto che ha l’obiettivo di comprendere i meccanismi cerebrali che possono risultare alterati nel Disturbo Borderline di Personalità. Nello specifico, il progetto si propone di valutare il funzionamento dei meccanismi di connettività e di plasticità cerebrale all’interno del sistema dei cosiddetti neuroni specchio. Tale sistema sembra infatti essere coinvolto nelle abilità empatiche di comprensione dei sentimenti e delle sensazioni altrui, che possono risultare compromesse nei pazienti con Disturbo Borderline di Personalità. A tale scopo, il progetto prevede l’utilizzo di metodi di indagine innovativi, che comprendono l’utilizzo della stimolazione magnetica transcranica (TMS).

Lo stato della psichiatria forense nel progetto Viormed. I programmi di trattamento e i percorsi di cura delle persone con disturbo mentale che hanno commesso un reato variano sostanzialmente attraverso i diversi paesi europei a causa sia delle differenze dei sistemi legali e delle politiche assistenziali, sia delle risorse a disposizione nei vari paesi. Questa situazione è all’origine di una sostanziale arretratezza dei sistemi nazionali di psichiatria forense.

L’IRCCS Fatebenefratelli è l’unico IRCCS italiano che ha come area di riconoscimento la psichiatria e, attraverso Giovanni de Girolamo, responsabile dell’Unità di Epidemiologia Psichiatrica e Valutativa dell’Irccs San Giovanni di Dio Fatebenefratelli, ha promosso e coordinato la prima ricerca europea in questo settore: si tratta del progetto “European Study on Risk Factors for Violence in Mental Disorder and Forensic Care: a multicentre project. The EU-VIORMED study” (https://urlsand.esvalabs.com/?u=https%3A%2F%2Fwww.eu-viormed.eu%2F&e=b6dc1be9&h=0129006e&f=y&p=n ), finanziato dalla Commissione Europea.

Un trauma infantile aumenta il rischio di sviluppare malattie metaboliche nell’età adulta. Recenti studi hanno dimostrato che gli eventi traumatici vissuti nell’infanzia sono in grado di aumentare il rischio di sviluppare diverse patologie nell’età adulta, comprese quelle cardiovascolari e metaboliche. È noto infatti che i soggetti vittime di abusi sessuali e fisici nelle prime fasi di vita siano più a rischio di essere obesi e di sviluppare il diabete di tipo 2.

Non solo i traumi infantili, ma anche gli eventi stressanti gravi vissuti nell’età adulta possono aumentare il rischio di sviluppare malattie metaboliche e il diabete di tipo 2 determinando un progressivo aumento dell’insulino-resistenza e dell’adiposità a livello centrale.

Una ricerca dell’IRCCS Fatebenefratelli di Brescia, coordinata da Annamaria Cattaneo, responsabile del Laboratorio Psichiatria Biologica, ha evidenziato che i soggetti esposti solo ai traumi infantili e/o esposti sia ai traumi infantili che agli eventi stressanti gravi in età adulta presentavano livelli più alti di peptide C, un indicatore di secrezione di insulina endogena da parte delle cellule beta del pancreas, e di insulina.

Questi dati suggeriscono che i traumi infantili potrebbero agire come un “primo colpo” in grado di determinare un’iniziale alterazione nei livelli di insulina secreti, che potrebbero potenzialmente tornare ad un livello basale e fisiologico. Tuttavia, un’ulteriore esposizione ad eventi stressanti gravi più avanti negli anni potrebbe agire come un “secondo colpo”, determinando una ancora più alterata risposta metabolica. In altre parole, non solo l’esposizione ad eventi avversi nell’infanzia può aumentare il rischio di disfunzioni metaboliche nell’ età adulta, ma anche l’ulteriore esposizione ad un grave stress in età adulta può rendere gli individui ancora più vulnerabili a sviluppare disfunzioni metaboliche.

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