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L’Università di Pisa fra i partner della ricerca pubblicata sulla rivista Nature Metabolism e sviluppata dall’ospedale Sacco, Ospedale San Paolo e dall’Università degli Studi di Milano
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Pisa, 17 giugno 2021 – Il diabete e il prediabete possono essere alcune delle conseguenze a lungo termine del Covid-19. La scoperta arriva da una ricerca pubblicata sulla rivista “Nature Metabolism” e sviluppata dall’ospedale Sacco, Ospedale San Paolo e dall’Università degli Studi di Milano con un team internazionale coordinato dal prof. Paolo Fiorina che annovera fra i partner anche l’Università di Pisa e la Harvard Medical School.
Lo studio, che ha rivelato come si sviluppa il diabete correlato al Covid-19, dimostra per la prima volta che l’infezione virale può indurre insulino-resistenza e quindi deteriorare la normale funzionalità β-cellulare, alterazioni che possono portare ad iperglicemia persistente di varia gravità anche dopo la guarigione.
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In particolare per l’Università di Pisa ha partecipato il dott. Giuseppe Daniele, ricercatore presso il Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale. Il suo lavoro ha contribuito a dimostrare che il rischio sviluppo d’insulino-resistenza e diabete sono strettamente e proporzionalmente correlati alla tempesta citochinica che si sviluppa durante l’infezione da Covid-19 e che tale compromissione persiste anche una volta guariti.
Il ruolo delle citochine e della sub-infiammazione nella genesi dell’insulino-resistenza nell’obesità e nel diabete di tipo 2 è una linea di ricerca già seguita dal dott. Giuseppe Daniele insieme al prof. Franco Folli ed altri, in studi condotti a San Antonio, Texas, USA.
Questo ultimo lavoro pubblicato pubblicata su “Nature Metabolism” – secondo i professori Paolo Fiorina, Massimo Galli, Gianvincenzo Zuccotti della ASST Fatebenefratelli-Sacco e Franco Folli, ASST Santi Paolo e Carlo (tutti dell’Università degli Studi di Milano) – potrà quindi aiutare ad approfondire i meccanismi del diabete in pazienti particolarmente fragili e a mettere a punto nuove strategie terapeutiche per questa malattia.
Link all’articolo scientifico: https://www.nature.com/articles/s42255-021-00407-6