Malattie infettive, vaccinarsi significa proteggere se stessi e gli altri. Convegno scientifico internazionale a Udine

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Prof. Matteo Bassetti

Udine, 12 dicembre 2018 – Si terrà domani, con inizio alle ore 10.00 e fino alle ore 18.00, presso l’Aula C del padiglione Tullio in Via Colugna 44 a Udine, l’ottava edizione di “Hot Topics in Infectious Diseases”.

Il convegno scientifico – organizzato dal prof. Matteo Bassetti, Direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Udine – vedrà la presenza di esperti nazionali e internazionali tra i quali il prof. Bouza e la prof.ssa Munoz dell’Università di Madrid, due tra i più autorevoli infettivologi a livello mondiale.

È infatti da tempo attiva una collaborazione scientifica nel campo delle malattie infettive tra Università di Udine e quella di Madrid che ha prodotto numerosi articoli scientifici pubblicati sulle più prestigiose riviste mondiali.

“Si farà il punto sui casi gravi di infezione da virus del Nilo occorsi nell’ultimo anno- conferma il prof. Matteo Bassetti – ma anche dei casi HIV/AIDS seguiti fino ad oggi in regione con uno sguardo sulle possibilità terapeutiche. Nuovi casi, isolati o meno, di morbillo e altre malattie infettive, tra cui anche il recente caso di tetano, che sembravano debellate, ritornano a causa delle coperture vaccinali ancora sotto le soglie di sicurezza in diverse regioni. Vaccinarsi per una malattia infettiva significa proteggere se stessi e gli altri: la cosiddetta immunità di gregge è fondamentale soprattutto per gli individui più fragili, come gli immunodepressi”.

Allarme rosso anche sulle antibiotico-resistenze, che nel nostro Paese sono un fenomeno ormai altamente diffuso: dati recenti, pubblicati su The Lancet Infectious Diseases, che fotografano la situazione europea del fenomeno, evidenziano come il nostro Paese sia il peggiore del continente per incidenza di infezioni antimicrobico-resistenti, oltre 200.000 (il quadruplo rispetto a Francia e Germania) e con un numero di decessi annuali – oltre 10.000 – pari a circa un terzo del totale europeo, circa 33.000.

“I dati pubblicati su The Lancet, confermano la crescita del fenomeno delle resistenze antimicrobiche nel nostro Paese – commenta Matteo Bassetti – ma fortunatamente su questo fronte non ci sono solo cattive notizie: per arginare le infezioni resistenti stanno arrivando nuovi antibiotici che potranno cambiare lo scenario negli anni a venire. L’iniziativa “10×20”, lanciata dalla Società Americana di Malattie infettive (IDSA) e dal Congresso americano, sta infatti per raggiungere l’obiettivo prefissato, ovvero mettere sul mercato almeno 10 nuovi antibiotici entro il 2020”.

“Siamo a buon punto – conclude il prof Bassetti – perché la FDA ad oggi ha approvato ben 11 nuove molecole e mancano ancora due anni al 2020, è dunque assai probabile che ne arriveranno altre e si superi abbondantemente l’obiettivo”.
Invertire la rotta, dunque, è possibile: ma il giro di boa, sottolineano gli infettivologi, ci potrà essere solo se cittadini, medici e operatori sanitari saranno parte attiva del cambiamento, allacciando un filo diretto con gli specialisti e diventando i primi artefici delle buone pratiche.

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