Leucemia a grandi linfociti granulati di tipo Gamma-Delta: individuati i marcatori predittivi della malattia

Lo studio internazionale, i cui dati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista “Blood”, è stato condotto da ricercatori dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare (VIMM) e dell’Università di Padova in collaborazione con otto centri di riferimento per la diagnosi e il trattamento della malattia

Padova, 24 marzo 2023 – Alcuni ricercatori dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare (VIMM), coordinati da Gianpietro Semenzato (Professore Emerito dell’Università di Padova) e Renato Zambello (Professore Associato di Ematologia presso il Dipartimento di Medicina dell’Università di Padova), hanno recentemente pubblicato i risultati di uno studio finalizzato a caratterizzare i pazienti affetti dalla Leucemia a Grandi Linfociti Granulati di tipo Gamma-Delta (Tgd Large Granular Lymphocyte leukemia, Tgd LGLL).

Una rara forma di leucemia cronica dell’adulto, la Tgd LGLL è una variante della Leucemia a Grandi Linfociti Granulati di tipo T (T-LGLL) che finora era stata descritta e analizzata in piccole casistiche regionali. Primo autore dell’articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Blood è Gregorio Barilà, ricercatore del VIMM.

Lo studio è partito dall’osservazione e dall’analisi della più ampia casistica analizzata finora a livello internazionale, composta da137 pazienti colpiti da questa malattia. Questo ha permesso di delineare alcune caratteristiche biologiche-molecolari delle cellule leucemiche, insieme alle manifestazioni cliniche associate alla malattia e a marcatori predittivi di malattia sintomatica. Inoltre, per la prima volta sono state confrontate le caratteristiche dei pazienti con quelle della forma più comune di tipo Alfa-Beta (Tab LGLL).

Il gruppo di ricerca; in alto a destra Gregorio Barilà

“Le principali evidenze che abbiamo raccolto dimostrano che la Tgd LGLL presenta un decorso clinico della malattia più aggressivo, caratterizzato da ridotta sopravvivenza – ha sottolineato Barilà – I risultati ottenuti dovrebbero quindi permettere di identificare precocemente i pazienti con malattia a prognosi più sfavorevole, che dovranno essere monitorati con maggiore frequenza”.

Lo studio coordinato dal gruppo di Padova è il frutto di una collaborazione internazionale che ha coinvolto otto centri di riferimento per la diagnosi e il trattamento di questa malattia in cinque nazioni (Italia, Francia, Spagna, Stati Uniti, Giappone). La ricerca è stata resa possibile grazie al sostegno di Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro.

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