Lesioni spinali, possibilità di ripararle con cellule staminali che risiedono nel midollo

Il prof. Angelo Vescovi, lo scienziato che ha dedicato l’intera carriera alla ricerca e allo studio delle cellule staminali, lavorando tra Italia e Canada, commenta lo studio del Karolinska Institute pubblicato dalla rivista internazionale Science sulla possibilità di riparare le lesioni spinali con le cellule staminali presenti nel midollo stesso

Roma, 7 ottobre 2020 – In merito alla notizia che riguarda le lesioni spinali e lo studio del Karolinska Institute, pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale Science, in cui si evidenzia come queste possano essere riparate attraverso il reclutamento delle cellule staminali che risiedono nel midollo, il prof. Angelo Vescovi – Direttore Scientifico dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, Presidente dell’Advisory Board di Revert Onlus e Professore dell’Università degli Studi di Milano Bicocca – da anni impegnato nello studio e nella sperimentazione delle cellule staminali adulte commenta: “Lo studio pubblicato su Science mostra come i tessuti umani adulti, in questo caso particolare il midollo spinale, anche se molto complesso da trattare perché molto fragile, abbiano un potenziale rigenerativo enorme”.

Prof. Angelo Vescovi

“Questo studio è particolarmente importante perché, anche se in un modello animale murino, dimostra come sia possibile riattivare le risorse rigenerative del midollo spinale, oltretutto lesionato, andando a innescare un processo rigenerativo. Questo stesso dato consente di ridimensionare un dogma che da sempre permea questo settore e per il quale il midollo umano non può rigenerarsi”.

“Sul fronte delle lesioni spinali – aggiunge il prof. Vescovi- anche in Italia la ricerca continua e in Revert Onlus, grazie alla costruttiva collaborazione con l’IRCSS Casa Sollievo della Sofferenza, siamo molto vicini alla sperimentazione sull’uomo e all’avvio del trial clinico di Fase I. Purtroppo il Covid19 ha rallentato il nostro lavoro, ma una volta conclusa la fase di sperimentazione sugli animali di grossa taglia potremo fare finalmente un passo in avanti con la sperimentazione umana, augurandoci che arrivino anche i finanziamenti”.

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