L’eccesso di peso riduce l’aspettativa di vita. Arriva la camera metabolica per curare l’obesità

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Prof. Ferruccio Santini responsabile U.O. di Endocrinologia dell’Università di Pisa: “Si tratta di una camera sigillata che misura in maniera molto precisa i gas in entrata e in uscita. Se il paziente sosta nella stanza per almeno 24 ore, noi possiamo misurare quanto ossigeno consuma e quanta anidride carbonica produce. Poi, mettendo assieme i dati che otteniamo dallo scambio dei gas e dai prodotti del metabolismo, riusciamo a calcolare quante calorie brucia un paziente e cosa, cioè se sta bruciando carboidrati, grassi o proteine”

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Roma, 1 giugno 2019 – È una vera e propria camera con scrivania, televisore e bagno, in grado di misurare il metabolismo di una persona e la sua risposta a uno specifico regime dietetico. In tal modo, è possibile cucire una dieta “su misura” o, in caso di malattie, analizzare se e come le terapie farmacologiche agiscono sui consumi. A discuterne, la Società Italiana di Endocrinologia, riunita in occasione del 40° Congresso nazionale a Roma che ha posto grande attenzione al tema dell’obesità.

“L’obesità – ha dichiarato il prof. Paolo Vitti Direttore Endocrinologia Azienda Ospedaliera Università di Pisa e Presidente SIE – è una malattia in aumento in Italia, soprattutto nelle fasce di età più giovani. Essa rappresenta una malattia multifattoriale molto difficile da prevenire e contrastare, i cui costi sanitari e sociali in Italia costituiscono circa il 7% della spesa totale sanitaria. L’eccesso di peso, quando grave, riduce l’aspettativa di vita mediamente di 13 anni”.

I numeri emersi al congresso sono allarmanti: circa 11 % degli italiani sono obesi e oltre il 30 % sono sovrappeso, l’Italia è al terzo posto per prevalenza di eccesso di peso tra i bambini e adolescenti, oltre il 30% dei bimbi intorno ai 7 anni è sovrappeso ed il 15% circa tra gli adolescenti.

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“Negli anni – prosegue il Presidente SIE – l’attenzione da parte della Società Italiana di Endocrinologia, a questo enorme problema sanitario è andato progressivamente aumentando e quest’anno sono previsti un numero straordinario di simposi che affrontano il tema sotto molteplici punti di vista: dall’aggiornamento sui meccanismi responsabili di malattia ai nuovi aspetti nutrizionali e terapeutici. Questi approfondimenti arricchiranno il bagaglio di conoscenze su temi emergenti, per esempio indicazioni e controindicazioni all’impiego di diete chetogeniche ed efficacia dei nuovi farmaci recentemente entrati nell’armamentario terapeutico italiano per il trattamento dell’obesità (liraglutide e associazione tra bupripione e naltrexone) oltre che discutere i nuovi farmaci che sono all’orizzonte per il trattamento dell’obesità. Scopo di questi simposi è anche quello di contrastare sia le informazioni potenzialmente ingannevoli che quelle non basate su dati scientifici solidi e studi clinici rigorosi”.

Tra i temi discussi, dunque anche la camera metabolica che rappresenta una delle novità del Centro Obesità e Lipodistrofie dell’U.O. di Endocrinologia dell’Università di Pisa, di cui è responsabile il prof. Ferruccio Santini. “Il sistema è costruito in collaborazione con il Centro NIH di Phoenix (USA) presso la AOU di Pisa grazie a un grant di ricerca del Ministero della Salute. La camera metabolica è una camera sigillata che misura in maniera molto precisa i gas in entrata e in uscita – precisa Santini – Se il paziente sosta nella stanza per almeno 24 ore, noi possiamo misurare quanto ossigeno consuma e quanta anidride carbonica produce. Poi, mettendo assieme i dati che otteniamo dallo scambio dei gas e dai prodotti del metabolismo, riusciamo a calcolare quante calorie brucia un paziente e cosa, cioè se sta bruciando carboidrati, grassi o proteine”.

Il grasso corporeo quando è presente nella giusta quantità non costituisce un problema per la salute, anzi, la presenza di una giusta quantità ci protegge dalle malattie metaboliche quali diabete, dislipidemia e dalle malattie cardiovascolari.
Che il tessuto adiposo sia importante per la salute e che sia anche un prezioso organo endocrino lo dimostra una rarissima malattia chiamata lipodistrofia (circa 250 pazienti in Italia). In questi pazienti, la scomparsa, per cause genetiche o autoimmuni del tessuto adiposo determina due ordini di problemi di salute.

Il primo, è che il grasso e le calorie introdotte con l’alimentazione non possono essere accolti nell’organo adiposo e vanno altrove, accumulandosi negli organi interni (fegato, muscolo, cuore, pancreas) danneggiandone la funzione. Il secondo problema che insorge è che il tessuto adiposo scomparso in modo irreversibile non può più produrre gli ormoni che regolano l’appetito e che contrastano la sindrome metabolica.

Il principale di questi ormoni è chiamato leptina, ed è stato scoperto 25 anni fa. Oggi, la leptina, è utilizzata come farmaco nei pazienti affetti da lipodistrofia per proteggerli dalle conseguenze negative provocate dalla mancanza di tessuto adiposo.
Ancora una volta, si dimostra come tutti gli organi, compreso quello adiposo, producano ormoni importanti per la regolazione dei processi vitali e come in caso di difetto grave, endocrinologi specializzati possano reintegrarli efficacemente in modo tale da preservare lo stato di salute.

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