Infezioni delle vie urinarie nel terzo millennio. Congresso all’AOU di Ferarra

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Da sinistra: Ippolito, Di Ruscio, Libanore, Storari

Ferrara, 4 maggio 2017 – Si è parlato di infezioni delle vie urinarie questa mattina nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte il Direttore Sanitario dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara Eugenio Di Ruscio, Marco Libanore Direttore Malattie Infettive, Alda Storari Direttore Nefrologia e Carmelo Ippolito Direttore Urologia.

Questo tipo di infezioni costituiscono un importante problema clinico, sia per l’elevata morbilità, sia per l’aumentata incidenza. Esse rappresentano la seconda causa più comune di infezione batterica, dopo quella respiratoria, e sono la forma infettiva più frequente associata alla cure sanitarie.

L’infezione delle vie urinarie è caratterizzata dalla moltiplicazione di germi, in una o più strutture del tratto urinario, con conseguente invasione dei tessuti e la comparsa di sintomi. Questa condizione può portare ad una grande varietà di quadri clinici: dalla pielonefrite acuta all’uretrite associata a prostatite. L’infezione può, inoltre, diffondersi ai tessuti limitrofi realizzando, ad esempio, ascessi perirenali o al torrente circolatorio, configurando il quadro dell’urosepsi o delle sue manifestazioni estreme come lo shock settico.

In quest’ottica il riconoscimento precoce e l’adeguato approccio gestionale – terapeutico assume un’importanza fondamentale ai fini prognostici. Le infezioni urinarie non complicate si osservano in un tratto urinario connotato da una normalità anatomo – funzionale.

Quelle complicate, invece, sono diagnosticate in presenza di un apparato genito – urinario con alterazioni morfo – funzionali, in un paziente che abbia subito manovre strumentali, interventi chirurgici distrettuali o in pazienti con un’ alterazione della risposta immunitaria, come i soggetti di età avanzata, i diabetici, quelli con insufficienza renale cronica, i trapiantati, i pazienti in terapia immunosoppressiva e/o chemioterapia ecc.

Il sesso femminile incorre in frequenti recidive di processi infettivi urinari, mentre i maschi vengono colpiti meno frequentemente ma con forme più gravi. E’ stato stimato che più della metà della popolazione femminile sviluppi, nel corso della vita, almeno un’infezione urinaria. L’eziologia delle infezioni urinarie è dovuta principalmente ad Escherichia Coli.

Negli ultimi anni l’uso indiscriminato degli antibiotici ha determinato l’emergenza, su larga scala, di batteri resistenti, causa di infezioni urinarie multifarmacoresistenti gravi e severe. Il trattamento di queste forme infettive rimane di esclusiva pertinenza infettivologica per la loro peculiare complessità e difficoltà.

Affrontare la terapia antibiotica di queste sindromi infettive, caratterizzate da profili di resistenza così elevati ed articolati, in modo adeguato ed appropriato, diviene fondamentale tanto più se in presenza di diversi gradi di compromissione della funzionalità renale.

Il fenomeno dell’immigrazione, in particolare da Paesi ad elevata endemia tubercolare, ha fatto riemergere la TBC urinaria, alla quale non eravamo più abituati, e alla quale dobbiamo pensare per evitare di incorrere in ritardi diagnostici fatali per il paziente. Un altro aspetto non ancora completamente definito è il ruolo e l’impatto clinico delle infezioni fungine invasive, e in particolare di candida spp, nella genesi delle infezioni complicate delle vie urinarie.

In un’epoca che vede in continuo aumento la trapiantologia, in cui una quota significativa è rappresentata da quella renale, nuove infezioni da germi MDR e opportunistiche si sono manifestate, nella storia clinica dei pazienti che hanno subito questo tipo di trattamento chirurgico, ponendo nuovi problemi di diagnosi differenziale e di approccio terapeutico.

La chirurgia urologia può rivelarsi causa di infezioni complicate delle vie urinarie, ma più spesso, in combinazione con la terapia medica, contribuisce alla risoluzione di quei processi infettivi determinati da compromissioni anatomo-funzionali come la presenza di calcoli renali o i tumori renali ascessualizzati.

L’urologo riveste, quindi, una funzione cardine finalizzata alla rimozione di quegli ostacoli che impediscono il superamento di una patologia infettiva grave come quella urinaria complicata.
Il Congresso Nazionale congiunto tratterà temi relativi alle infezioni complicate delle vie urinarie e vedrà coinvolti alcuni dei più prestigiosi ed autorevoli infettivologi, nefrologi e urologi.

L’idea nasce dalla convinzione che sia necessaria una riflessione ed una condivisione delle problematiche in campo. Ciascun professionista, con la propria competenza e professionalità, potrà contribuire alla realizzazione di una strategia comune e multidisciplinare per la risoluzione di una patologia infettiva severa, che sta diventando sempre più importante in ambito clinico e complessa sotto il profilo diagnostico terapeutico, medico e chirurgico.

fonte: ufficio stampa (foto del Servizio Audiovisivi dell’AOU di Ferrara)

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