Impiantato pacemaker in sede ‘anomala’. Eccezionale intervento all’Aou di Orbassano

Orbassano, 22 febbraio 2022 – Nei giorni scorsi è stato effettuato presso la Struttura Complessa Cardiologia dell’AOU San Luigi Gonzaga un intervento particolarmente inusuale e complesso di impianto di pacemaker defibrillatore per via iliaca con posizionamento del device in tasca addominale, in un paziente in cui gli accessi utilizzati usualmente non erano più disponibili.

“L’intervento, descritto in casi isolati in letteratura, è stato portato a termine dal dottor Previti e dal dottor Varalda grazie alla collaborazione del prof. Veltri, e della sua equipe, oltre alla preziosa e continua assistenza degli anestesisti in sala. Ringrazio quindi il prof. Veltri e il prof. Caironi, rispettivamente direttori delle SCDU Radiodiagnostica e Anestesia-Rianimazione, per l’apporto essenziale, oltre ovviamente complimentarmi con medici ed infermieri della struttura Cardiologia per l’elevata professionalità e disponibilità”, commenta la dott.ssa Alessandra Chinaglia, Direttore della Struttura Cardiologia.

Il pacemaker defibrillatore viene abitualmente impiantato nella parte alta del torace, sotto la clavicola, e permette di erogare una scarica elettrica nei casi in cui nel cuore insorge una aritmia potenzialmente mortale. La scarica elettrica interrompe immediatamente l’aritmia e consente di evitare la morte improvvisa.

Nel paziente in questione era già stato impiantato un pacemaker defibrillatore in passato, che aveva già erogato scariche elettriche salva vita, ma per chiusura delle vene o assottigliamento della cute non poteva più essere utilizzata la sede classica. Si è pertanto scelto un impianto in sede “anomala”, utilizzato e descritto in soli sei casi al mondo, per poter garantire la protezione da aritmie gravi.

L’intervento è stato effettuato con il Radiologo interventista professor Andrea Veltri e la sua equipe, che, grazie alla loro esperienza di interventi percutanei in sede addominale, hanno provveduto alla puntura della vena permettendo ai cardiologi di portare a termine l’intervento.

Si tratta di un esempio di collaborazione tra Strutture che, condividendo la loro professionalità, hanno permesso di risolvere un problema apparentemente senza soluzione ed effettuare in sicurezza la dimissione a domicilio del paziente.

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