Il Centro trapianti di rene dell’Aou Senese compie 20 anni. 1.054 quelli effettuati fino ad oggi

Prof. Mario Carmellini: “Presso il centro senese vengono effettuati sia trapianti di rene da donatore deceduto che da donatore vivente e quello delle Scotte è stato tra i primi centri in Italia a praticare la modalità di trapianto di rene cross-over, cioè tra coppie di donatori”

Siena, 8 maggio 2020 – Compleanno importante per il centro trapianti di rene dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese. Il centro spegne le candeline del ventennale: l’attività è iniziata infatti proprio il 10 maggio 2000. A dirigere la struttura, uno dei tre centri in Toscana e riferimento anche a livello nazionale, è da quella data il prof. Mario Carmellini.

Prof. Mario Carmellini

“Da quel 10 maggio abbiamo effettuato 1.054 trapianti di rene, in media uno a settimana. In questo 2020, caratterizzato dall’emergenza della diffusione del Covid-19, abbiamo raggiunto quota 15, mantenendo inalterato il servizio ai cittadini in lista d’attesa per il trapianto. Il progetto – dichiara Carmellini – nacque dalla volontà dell’allora Rettore dell’Università di Siena Piero Tosi, dai compianti Lucio Andreassi, preside della Facoltà di Medicina e il prof. Alfonso Carli, con il fondamentale apporto della direzione dell’Aou Senese composta all’epoca dal direttore generale Claudio Macchi, dal direttore sanitario Pierino Addari, prematuramente scomparso, e dal direttore amministrativo Donatella Buti. La loro volontà ha permesso di sviluppare un’attività importante, sempre supportata dalla Regione Toscana, correlata da risultati scientifici di rilievo come l’implementazione di innovativi protocolli di terapia immunosoppressiva, la diagnostica non invasiva del trapianto di rene e l’introduzione di tecniche chirurgiche di tipo mininvasivo robot assistite”.

“Non solo – aggiunge Carmellini – presso il centro senese vengono effettuati sia trapianti di rene da donatore deceduto che da donatore vivente e quello delle Scotte è stato tra i primi centri in Italia a praticare la modalità di trapianto di rene cross-over, cioè tra coppie di donatori, che richiede un’organizzazione complessa perché oltre alla compatibilità genetica e alle valutazioni cliniche e immunologiche è necessario analizzare molti altri aspetti di tipo etico, sociale, psicologico e medico-legale”.

“Desidero ringraziare – conclude il direttore della UOC Chirurgia Trapianti di Rene – i donatori e le loro famiglie e tutti i professionisti che hanno dato e continuano a dare il loro contributo per questo centro, l’attività del Coordinamento Trapianto di Rene e del Coordinamento Donazione Organi e tessuti, l’UOC Anestesia, l’UOC Nefrologia, Dialisi e Trapianti, tutti i reparti che collaborano a questa attività, il volontariato e in particolare la Misericordia e la Polizia Stradale che svolgono un’attività encomiabile per il trasporto d’organi”.

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