Coronavirus: in Italia 46mila medici di famiglia pronti a fronteggiare l’emergenza, ecco come

Prof. Claudio Cricelli, Presidente SIMG: “La raccomandazione qualora si avvertano sintomi sospetti è di non andare immediatamente presso lo studio del medico, l’ospedale o il pronto soccorso, ma di chiamare il proprio medico e di seguire le sue domande per definire il profilo di rischio. Tutti i MMG sono allertati e allineati grazie a una piattaforma comune”

Roma, 26 febbraio 2020

Visite solo se necessarie, bisogna prediligere il contatto telefonico
La SIMG – Società Italiana di Medicina Generale e la FIMMG – Federazione Italiana Medici di Medicina Generale hanno creato un coordinamento per gli interventi di informazione e organizzazione dei 46mila medici di famiglia italiani. Da lunedì, 26mila cartelle cliniche di 35mila studi di Medici di famiglia offrono informazioni e strumenti aggiornati in tempo reale sulla situazione epidemica di Covid-19, consigli pratici e aggiornamenti scientifici gestiti da SIMG e FIMMG con i loro Presidenti, rispettivamente Claudio Cricelli e Silvestro Scotti.

“Anzitutto – spiega il prof. Claudio Cricelli, Presidente SIMG – stiamo favorendo la diffusione dei documenti che vengono dai Ministeri, dalle Regioni, dall’Istituto Superiore di Sanità, affinché tutti i medici siano nel più breve tempo possibile in possesso di ogni aggiornamento e di tutte le informazioni necessarie. Stiamo poi dando massima visibilità alle raccomandazioni pratiche su come comportarsi. Abbiamo inoltre lavorato a delle linee guida che indichino come fare il triage telefonico con i pazienti, un’operazione divenuta indispensabile”.

Prof. Claudio Cricelli

Cartella clinica come strumento di teleconsulto
Da questa settimana, inoltre, su iniziativa della SIMG, è partito anche un nuovo servizio. La cartella clinica, già strumento tradizionale per il medico di famiglia per ricostruire il profilo di ciascun paziente, diventa la base per il teleconsulto. Il Medico, infatti, propone al paziente un questionario per capire i sintomi che avverte in quel momento e li mette in relazione con le informazioni cliniche contenute nella cartella.

Tutti gli elementi pregressi che costituiscono la storia clinica dell’individuo (se il paziente abbia o meno fatto il vaccino, eventuali malattie croniche, i risultati delle recenti analisi, se ha avuto già l’influenza), rapportati ai possibili fattori di rischio legati al Covid-19, permetteranno al Medico di famiglia di valutare dettagliatamente la situazione specifica. In altri termini, il Medico fa interagire le risposte al questionario con la cartella clinica, dando vita a un’integrazione tra le due fonti di informazione per avere una completa valutazione del paziente.

Una telefonata di orientamento e intervento
La raccomandazione, infatti, qualora si avvertano sintomi sospetti, è di non andare immediatamente presso lo studio del medico, l’ospedale o il pronto soccorso, ma di chiamare il proprio medico e di seguire le sue domande per definire il profilo di rischio.

A tutti i medici della medicina generale è stato fornito in queste ore una scheda di triage telefonico da utilizzare per porre telefonicamente ai pazienti sospetti di un contagio da Covid-19 domande con le quali fare una prima diagnosi. Lo stesso medico di famiglia potrà poi consigliare ogni ulteriore step da seguire, stabilendo se sia necessario recarsi nel suo studio.

“Non esiste uno spartiacque assoluto per indicare quando sia necessaria la visita – sottolinea il prof. Cricelli – una simile decisione è frutto della conoscenza che il medico ha della persona. Età, eventuali patologie croniche, stato di salute vanno a costituire alcuni degli elementi sulla base dei quali il medico prende la sua decisione. Non esistono regole fisse: questa è la medicina delle persone, si decide caso per caso”.

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