Cardiologia interventistica innovativa, scaffold riassorbibile in magnesio. Primo caso in Romagna

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UO di Emodinamica di Forlì

Forlì, 12 dicembre 2017 – La Cardiologia Interventistica ha effettuato passi enormi in questi ultimi anni nel trattamento della malattia aterosclerotica coronarica, basti solo pensare all’angioplastica nell’infarto miocardico acuto che ne ha ridotto la mortalità in modo drastico portandola a meno del 10%.

“L’evoluzione tecnologica dei materiali e dei dispositivi medici utilizzati in emodinamica rappresenta un elemento fondamentale per migliorare sempre di più la cura della malattia coronarica” dice il dott. Giancarlo Piovaccari Direttore del Dipartimento Cardiovascolare della AUSL della Romagna, e l’intervento eseguito giovedì scorso presso il Laboratorio di Emodinamica della UO di Cardiologia di Forlì diretta dal dott. Marcello Galvani, “rappresenta una conferma che l’innovazione in cardiologia interventistica è imprescindibile per poter garantire risultati e trattamenti fino a pochi anni fa impensabili”.

L’intervento, il primo in Romagna, è stato effettuato dal dott. Fabio Tarantino responsabile della UOS di Emodinamica provinciale Forlì-Cesena, che ha utilizzato per la prima volta lo stent in polimero di magnesio completamente riassorbibili a rilascio di farmaco.

“Questi stent – spiega Tarantino – uniscono i vantaggi dello stent tradizionale in termini di capacità di riaprire la coronaria ostruita, ristabilendo così il flusso sanguigno interrotto, al riassorbimento completo dopo il rilascio del farmaco che impedisce la formazione di una nuova ostruzione del punto trattato”.

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“La complessità del caso – dice il dott. Tarantino – era data dal fatto che si trattava di ricostruire un segmento molto esteso di una coronaria principale di un paziente giovane nella quale l’impianto dei tradizionali stent in lega metallica durevole avrebbero potuto compromettere un eventuale successivo intervento di by-pass coronarico”.

L’intervento ha visto l’impianto di tre stent successivi ed è stato effettuato sotto la guida ecografica intracoronarica per garantire la massima sicurezza dell’intervento: questi dispositivi saranno a brevissimo disponibili in tutti i laboratori di emodinamica della Regione, in quanto aggiudicati dalla recentissima gara regionale degli stent coronarici.

“Entro 12 mesi dall’impianto vengono completamente riassorbiti dalla parete del vaso non lasciando perciò nessun corpo estraneo come per i tradizionali stent medicati in lega metallica e aprono una serie di nuove possibilità di trattamento della patologia coronarica – conclude il dott. Tarantino – come tutte le innovazioni in medicina, ed in particolare nelle specialità interventistiche, anche questo dispositivo richiede per noi clinici una corretta e rigorosa selezione in modo da utilizzare questi dispositivi innovativi, ma costosi, nei casi dove si può effettivamente ottenere il massimo vantaggio per quel paziente trattato. Letto in una logica di ottimizzazione ed efficienza delle risorse, si traduce anche per la Cardiologia Interventistica in cure sempre più ‘personalizzate’ per il tipo di patologia ed il paziente trattato”.

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