All’ospedale San Raffaele musica dal vivo per i pazienti in Rianimazione

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Milano, 16 febbraio 2016 – L’Unità di Rianimazione Generale dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, una delle 18 strutture di eccellenza del Gruppo Ospedaliero San Donato, apre le porte alla musica dal vivo per offrire ai pazienti ricoverati e alle loro famiglie un momento di serenità allo scopo di alleviare l’ansia e lo stress legati al ricovero. L’iniziativa è parte del più ampio progetto “Il Paziente al Centro”, ideato da medici e infermieri dell’Unità di Rianimazione Generale, diretta dal professor Alberto Zangrillo, con l’obiettivo di garantire al paziente la miglior qualità di vita possibile durante e dopo il ricovero.

Gli effetti benefici della musica sui pazienti ricoverati in Rianimazione sono ampiamente documentati nella letteratura scientifica: oltre ad abbassare l’ansia, la musica riduce la richiesta di sedativi da parte dei pazienti e costituisce un mezzo efficace per mantenere il contatto con la realtà. Gli incontri con i musicisti, che con entusiasmo e passione dedicano un po’ del loro tempo ai malati, hanno cadenza settimanale e coinvolgono sia i degenti sia i loro famigliari.

“L’iniziativa, avviata già da alcune settimane, è stata molto apprezzata dai pazienti e dalle loro famiglie – dichiarano Luca Cabrini e Sergio Colombo, responsabili dell’Unità di Rianimazione Generale – Ad oggi hanno suonato due chitarriste e una violoncellista e abbiamo in calendario appuntamenti con molti altri musicisti volontari. Il progetto ‘Il Paziente al Centro’ riunisce un insieme di interventi innovativi ed efficaci che pongono il benessere del paziente in condizioni critiche al centro delle cure. La nostra priorità, oltre alla sopravvivenza del malato, è cercare di offrire al paziente e ai suoi famigliari la miglior qualità di vita durante e dopo il ricovero: per questo focalizziamo l’attenzione non solo sulla gestione clinica ma anche su altri aspetti solo apparentemente minori che migliorano significativamente l’esito a lungo termine, come la mobilizzazione precoce e gli orari prolungati di visita di parenti e amici, per ridurre l’ansia, la depressione e il senso di isolamento legati al ricovero nella nostra Unità”.

fonte: ufficio stampa

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