Master in “Epidemiologia e Biostatistica” all’Università Cattolica di Roma

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Programmazione di studi epidemiologici, raccolta, analisi e valutazione dei dati nell’ambito delle organizzazioni sanitarie: questi gli argomenti dell’offerta formativa

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Roma, 6 agosto 2018 – Al via la nuova edizione del Master universitario di secondo livello in “Epidemiologia e Biostatistica” dell’Università Cattolica di Roma rivolto a partecipanti interessati a lavorare nell’ambito delle aziende sanitarie e degli enti, pubblici e privati, che svolgono attività di ricerca in campo epidemiologico e di tutte le aziende industriali e dei servizi operanti nel settore biomedico.

Il Master universitario di secondo livello ha la durata di un anno accademico per complessivi 60 crediti, pari a 1.500 ore. C’è tempo fino al 7 novembre 2018 per iscriversi.

Il calendario didattico si articolerà in lezioni frontali e sessioni pratiche esercitative; le lezioni si svolgeranno presso l’aula B degli Istituti Biologici della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore a partire dal 28 gennaio 2019.

“La rilevazione sullo sviluppo di carriera dei partecipanti alle edizioni 2014/2015 e 2015/2016 ha messo in luce che il 60% degli studenti che non avevano una posizione lavorativa all’inizio del corso ne ha ottenuta una dopo il conseguimento del titolo – spiega Stefania Boccia, Docente presso l’Istituto di Sanità pubblica dell’Università Cattolica e Direttore scientifico del Master. Ugualmente, tra i lavoratori, la stessa percentuale ha avuto un’evoluzione di carriera. Inoltre, il 93% dei candidati ha comunque identificato nel Master uno strumento utile ad acquisire la possibilità di una progressione di carriera”.

Questo è possibile perché il Master conferisce agli studenti la possibilità di comprendere come utilizzare gli strumenti dell’epidemiologia e della biostatistica in campi attuali della ricerca clinica e dei servizi sanitari come quelli della diagnosi e della prognosi, delle malattie infettive e cronico-degenerative, della genetica, ambientale, nutrizionale, della valutazione degli esiti e delle tecnologie sanitarie, dell’utilizzo dei big data.

“Infine – conclude Boccia – la prova finale riguardante la pianificazione e conduzione di un proprio progetto di ricerca aiuta gli studenti a consolidare le proprie conoscenze e consente loro di lavorare anche nell’ambito di rinomate strutture sanitarie con cui sono in atto convenzioni”.

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