L’Epatite A

frigoriferoResponsabile dell’epatite A è un piccolo virus ad RNA, appartenente alla famiglia Picornaviridae, genere Hepatovirus.

L’epatite A ha un periodo di incubazione che va da 15 a 50 giorni (in genere 30 giorni) ed ha generalmente un decorso autolimitante e benigno: sono frequenti le forme asintomatiche, soprattutto nei bambini e nel corso di epidemie, anche se a volte si possono avere forme più gravi con decorso protratto. In genere la malattia che dura 1-2 settimane si manifesta con febbre, malessere, nausea, dolori addominali ed ittero, accompagnati da elevazioni delle transaminasi e della bilirubina.

Il virus dell’epatite A è abbastanza resistente alle alte temperature, ma muore dopo una bollitura di 5-10 minuti, per questo motivo il rischio di infezione è elevato in presenza di condizioni igieniche carenti ed in assenza di una adeguata cottura degli alimenti. L’infettività è massima nel periodo compreso tra le due settimane che precedono l’esordio della malattia ed i 7 giorni che lo seguono; in questo periodo, il virus si concentra nelle feci, ma si riscontra, in minime quantità, anche nel sangue e nella saliva per cui l’epatite A è contagiosa già nella fase di incubazione, ancor prima che compaiano i sintomi ad essa riconducibili. A differenza dell’epatite B e C i pazienti guariscono completamente senza mai cronicizzare e non esiste la condizione di portatore cronico del virus!!!

I markers sierologici sono rappresentati dalle immunoglobuline HAV-IgM che compaiono durante la fase acuta e scompaiono dopo la guarigione (sono indice di infezione acuta) e dalle HAV-IgG che compaiono verso la fine della fase acuta e restano positivi tutta la vita proteggendo da future infezioni (sono indice di infezione pregressa).

GarkücheLa trasmissione avviene per via oro-fecale; in genere il contagio avviene per contatto diretto da persona a persona o attraverso il consumo di acqua o cibi crudi o non cotti a sufficienza, soprattutto molluschi, contaminati con materiale fecale contenente il virus; infatti in assenza di un adeguato sistema fognario, il virus evacuato con le feci può contaminare le falde acquifere, favorendo la trasmissione dell’epatite A sia per via diretta (bere l’acqua contaminata), sia per via indiretta (mangiare le verdure irrigate con essa e i frutti di mare che popolano le acque prossime allo sbocco della falda o, specialmente nei bambini, portare alla bocca oggetti contaminati, come giocattoli, termometri, posate, ecc.).

L’epatite A è diffusa in tutto il mondo sia in forma sporadica, sia epidemica: nei paesi in via di sviluppo con scarse condizioni igienico-sanitarie, l’infezione si trasmette rapidamente soprattutto tra i bambini, nei quali la malattia è spesso asintomatica. Nei Paesi economicamente più avanzati, le migliorate condizioni igienico-sanitarie, hanno invece determinato una riduzione della diffusione dell’infezione.

Dal punto di vista preventivo, in Italia è disponibile un vaccino costituito da virus vivo e attenuato efficace in circa 100% casi, somministrato intramuscolo in regione deltoidea (schema vaccinale: 1a dose: tempo 0; 2a dose: dopo 6 mesi) con una protezione dall’infezione già dopo 14-21 giorni ed una durata della protezione di 10-15 anni. La vaccinazione è raccomandata nei soggetti a rischio: pazienti che sono affetti da malattie epatiche croniche, persone che viaggiano in paesi dove l’epatite A è endemica, soggetti che lavorano in ambienti a contatto con il virus e per i familiari di persone con epatite acuta A.

Estremamente importanti sono le norme igieniche generali per la prevenzione delle infezioni oro-fecali (igiene personale, lavaggio e cottura delle verdure, molluschi ecc.) così come il controllo della coltivazione e della commercializzazione dei frutti di mare e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani.

Vincenzo Guadagnino

Vincenzo Guadagnino

Medico Chirurgo Specializzato in Malattie Infettive, Malattie del Fegato e vie biliari. Responsabile del Servizio di Epatologia Clinica presso la Casa di Cura “San Francesco” di Telese Terme (BN)

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