Distrofia muscolare: risorse e speranze dall’alimentazione

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I medici nutrizionisti ADI insieme all’Unione italiana Lotta alla Distrofia Muscolare presentano in un convegno i possibili benefici che un’alimentazione mirata può apportare nei pazienti distrofici.

Milano, 25 giugno 2015
VI Forum Pianeta Nutrizione & Integrazione

Milano, 24 giugno 2015 – L’ADI – Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica, sezione Emilia Romagna, in collaborazione con UILDM – Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare, sarà presente il 25 giugno all’evento Pianeta Nutrizione & Integrazione – VI Forum Multidisciplinare di Nutrizione con il convegno “Sfida alla distrofia muscolare: la nutrizione come risorsa e speranza”.

I medici ADI e gli esperti dell’UILDM si alterneranno per presentare le possibili risposte che l’alimentazione può dare nell’evoluzione della malattia e nel miglioramento della qualità di vita dei pazienti.

Illustreranno le modalità operative dei percorsi specialistici multidisciplinari di alcune realtà italiane ed i risultati dei lavori di ricerca più recenti condotti su bambini affetti da questa patologia, dovuta a un difetto della distrofina, la proteina contenuta nella membrana della fibra muscolare, che provoca un indebolimento di tutta la muscolatura rendendo i movimenti e la deambulazione sempre più difficili fino a coinvolgere anche il muscolo cardiaco e il sistema respiratorio.

“Sebbene le origini della malattia siano genetiche, sembrerebbe che a sostenere il processo patologico contribuiscano anche l’infiammazione e lo stress ossidativo – dichiara Annalisa Maghetti, presidente della sezione regionale ADI Emilia Romagna – tanto che per migliorare la condizione clinica e la qualità della vita, si somministrano spesso farmaci antinfiammatori di sintesi, per lo più steroidei, coenzima Q10, ma anche singoli composti dell’area dei polifenoli come l’epigallocatechina e o il resveratrolo potrebbero rivelarsi utili. Pertanto – spiega Maghetti – una dieta orientata su alimenti antinfiammatori e antiossidanti, integrata con specifici aminoacidi come la creatina e la leucina, arricchita con vitamina D e calcio e bilanciata sia a livello energetico che proteico, potrebbe aiutare a migliorare la qualità di vita dei pazienti migliorando la forza e la resistenza muscolare”.

Un’alimentazione mirata potrebbe, inoltre, prevenire l’insorgere di altri rischi correlati alla distrofia muscolare, come l’obesità e l’osteoporosi, dovute sia alla somministrazione di terapie steroidee e sia alla riduzione del movimento.

“La maggioranza dei bambini distrofici nell’età infantile è spesso sovrappeso o obesa – conclude Antonio Caretto, presidente ADI – ma nello stesso tempo corre il rischio di diventare malnutrita superata l’età adolescenziale per la compromissione dell’apparato digerente. L’eccesso ponderale, infatti, genera maggior affaticamento muscolare e la malnutrizione esita nel catabolismo proteico. La prevenzione e il monitoraggio costante della crescita, anche con indagini strumentali non invasive come la calorimetria indiretta e la bioimpedenziometria, sembrano essere le armi migliori per contrastare l’eccesso o il difetto ponderale”.

fonte: ufficio stampa

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