Benevento è anche questo
Benevento, 23 aprile 2025 – Mentre il mondo intero si stringe in un lutto che non è solo cattolico, ma umano e universale, in un’Italia ancora incredula e addolorata per la morte di Papa Francesco, simbolo vivente di un pontificato rivoluzionario, profondo e, soprattutto, straordinariamente umano, c’è chi ha scelto di sorridere ai fotografi accanto a stand di porchetta e caciocavalli.
È accaduto a Benevento, dove la morte del Papa non è bastata a far rinviare l’inaugurazione di un parco. Anzi, a poche ore dalla scomparsa del Santo Padre, l’evento si è tenuto con tutto il suo corredo di cibo, musica, balli e, ovviamente, foto opportunamente postate sui social.
Mentre il mondo si inchina al lutto per la scomparsa di Papa Francesco, c’è chi ha trovato il modo di alzare il boccale di birra, mordersi una salsiccia e farsi immortalare tra uno stand gastronomico e una dichiarazione d’orgoglio municipale. Pasquetta è Pasquetta, in fondo. E la morte del Papa? Un’ombra trascurabile da infilare a piè pagina di un post social ben confezionato.
“Un velo inscalfibile di tristezza”, si legge nel post. E subito dopo: “Ma proprio Bergoglio avrebbe apprezzato…”. Certo, d’altronde, chi meglio di chi si proclama cattolico praticante può interpretare il pensiero di un pontefice appena spirato?
Un colpo di genio comunicativo? No. Un insulto all’intelligenza e alla sensibilità di una comunità intera.
L’evento, ovviamente, non si poteva rimandare. Ventitré anni di abbandono per quel parco, ci mancherebbe. Meglio la festa oggi, che domani la porchetta si secca. E poi c’è da dare il via a un parco tematico sulle Janare, le streghe beneventane. Streghe e santi, folklore e fede, morte e musica: il grande fritto misto dell’identità locale.
In un Paese che si ferma per una tragedia mondiale, Benevento ha deciso di distinguersi. Di suonare la musica. Di distribuire panini e birra. Di ballare. Di sorridere. E poi di giustificarsi, come se la morte di un pontefice potesse essere elegantemente scavalcata da una festa di paese in un parco restaurato.
La verità è una sola: ciò che si è consumato in questa Pasquetta è uno schiaffo alla decenza, alla coerenza, alla pietà. Non tanto per l’evento in sé – il verde, la socialità, la voglia di vivere non sono il problema – ma per l’arroganza con cui si è scelto di non fermarsi. Di non rispettare un momento di lutto profondo. Di non onorare una figura religiosa che ha segnato la storia.
Papa Francesco ci ha insegnato la dignità del dolore, il valore del silenzio, la forza del raccoglimento. Benevento, purtroppo, oggi ha scelto il contrario. Ha scelto di fare rumore. E che rumore sordo, che rumore vuoto.