Vaccinazione anti Covid, SMI: “Riformare la medicina territoriale. Il Governo metta fine alla precarietà lavorativa”

Roma, 5 gennaio 2021 – “In piena seconda fase della pandemia da coronavirus, ancora oggi, si registra una forte mancanza di DPI sul territorio, l’assenza di protocolli e di percorsi condivisi per la gestione della fase due della pandemia, a partire dalle attività dei medici di medicina generale, delle guardie mediche e del 118, le vaccinazioni anticovid possono essere rapidamente effettuate se è riorganizzato meglio il servizio di medicina territoriale con la decisione di assumere direttamente tutta la classe medica che svolge la sua professione per lo Stato ancora in maniera precaria!” così Ludovico Abbaticchio, Presidente Nazionale SMI, si rivolge al Governo affinché vari un piano per l’assunzione dei medici precari.

“Siamo stupiti che ancora ora non si comprenda che per uscire dall’emergenza bisogna sottoporre subito la vaccinazione i contatti dei Covid positivi e tutto il personale sanitario con strumenti organizzativi rapidi”.

“C’è necessità che i cittadini rispettino le misure di sicurezza indossando mascherine chirurgiche e guanti; che i medici, in assenza di diagnosi certe e soprattutto nell’impossibilità di poter tamponare tutta la popolazione, siano adeguatamente protetti, anche per svolgere il lavoro ordinario, con i dispositivi necessari che, ancora dalla proclamazione dello stato di emergenza, risultano essere mancanti o reperibili a costi esorbitanti”.

“Il Sindacato Medici Italiani denuncia, che non vi è nel Paese una risposta univoca all’emergenza sanitaria. Per tale ragione chiede che trovi applicazione il DPCM che istituisce le USCA in maniera definitiva ed esaustiva e cioè le unità mediche che vestite in maniera adatta al bio contenimento, possono prendere in carico i pazienti a domicilio positivi al Covid-19, in collaborazione con i medici di famiglia e i servizi di continuità assistenziale”.

“Le USCA devono essere direttamente espressione del servizio sanitario pubblico e non (come qualcuno pensa) esternalizzate a soggetti privati, al fine di garantire la massima sicurezza del medico e del paziente. Abbiamo vissuto e stiamo vivendo, come medici presenti negli ambulatori, negli ospedali, le difficoltà legate a questa emergenza. Come sindacato siamo vicino ai colleghi che si rivolgono a noi per essere aiutati e tutelati”.

“Il tempo di lavoro può e deve essere dedicato alla vaccinazione anticovid che deve coprire la popolazione il prima possibile, anche per prevenire eventuali mutazioni del virus. Rendere disponibili le dosi di vaccino, che possono essere inoculati dai MMG nei propri ambulatori come è stato fatto per gli antinfluenzali, rappresenta una questione essenziale!”.

“Per l’avvio della campagna vaccinale di massa chiediamo al Governo una soluzione immediata del precariato medico ed infermieristico, la riorganizzazione dell’utilizzo del tempo medico di assistenza attraverso le Usca e gli ambulatori dei MMG, l’utilizzo dei medici di MMG al di sotto delle 800 scelte e dei medici di C. A. al di sotto delle 28 ore lavorative, con contratti di lavoro di garanzia nel completamento orario, per vaccinare i cittadini e la possibilità di aver vaccini anticovid, che sono in fase di produzione, utilizzabili negli studi dei medici di famiglia e pediatri. Il Governo faccia da Befana per i medici: metta fine alla precarietà lavorativa!”, conclude Abbaticchio.

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