Una neonata prematura con rarissimo teratoma cistico nel collo è stata salvata grazie alla tecnica EXIT

Azienda Ospedaliero-Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino

medici-chirurghi-in-sala-operatoriaTorino, 7 agosto 2015 – Una neonata prematura con rarissimo teratoma cistico (massa) di notevoli dimensioni nel collo è stata salvata grazie alla tecnica EXIT (Ex Utero Intrapartum Treatment), presso gli ospedali Sant’Anna e Regina Margherita della Città della Salute di Torino. La suddetta tecnica si utilizza estraendo solo parzialmente il feto dall’utero materno, procedendo all’intubazione tracheale e completando l’estrazione fetale solo quando è possibile una ventilazione assistita, perché la massa non permetteva la respirazione autonoma della neonata che sarebbe morta in pochi minuti.

È l’unica tecnica a consentire di assicurare un accesso alle vie respiratorie fetali, mentre l’ossigenazione è mantenuta attraverso la circolazione utero-placentare. Successivamente si procede all’intervento chirurgico per l’asportazione completa della massa.
La letteratura medica scientifica segnala un’incidenza rarissima di teratoma cistico di un caso ogni 40.000 nati. Il primo visto al Sant’Anna, il più grande ospedale ostetrico ginecologico italiano con più di 7000 nati ogni anno.

La mamma alla 26^ settimana di gravidanza era stata inviata da un ospedale di primo livello del territorio piemontese, al Servizio di Ecografia e Diagnosi Prenatale del Sant’Anna, diretto dalla dott.ssa Elsa Viora, per eseguire ecografia di II livello in quanto evidenziati, ai precedenti controlli ecografici, polidramnios (liquido amniotico in quantità superiore alla norma) e neoformazione cistica del collo del feto.

È stata sottoposta a controlli ecografici seriati che hanno confermato la presenza della massa ed hanno posto il forte sospetto clinico di teratoma cistico della regione anteriore del collo fetale. È stata quindi ricoverata presso l’Ostetricia e Ginecologia del Sant’Anna, diretta dal dott. Gianluca Gregori, per valutare le modalità di espletamento del parto.

Data la rapida crescita della massa ed il peggioramento del polidramnios, si è deciso di effettuare il taglio cesareo a 31 settimane e 3 giorni di gravidanza. Il taglio cesareo si è prospettato come l’unica modalità possibile di espletamento del parto, date le notevoli dimensioni della massa, che non avrebbero permesso la nascita con parto spontaneo. Si trattava di una massa carnea sviluppata posizionata dal mento fino allo sterno in altezza e da un orecchio all’altro in larghezza, addirittura di due volte le dimensioni della testa (10 cm di lunghezza, 7 cm di spessore, 4 cm di profondità).

La localizzazione della massa, che determinava compressione delle vie aeree superiori, rendeva non solo impossibile la respirazione autonoma della neonata, ma molto difficoltosa l’intubazione tracheale della neonata. La bimba alla nascita pesava 1.600 grammi, dei quali ben 300 grammi erano costituiti dalla suddetta massa (quindi un terzo del peso complessivo).

Per questi motivi, si è deciso di impiegare la tecnica EXIT, utilizzata per la prima volta al Sant’Anna di Torino, che è l’unica a consentire di assicurare un accesso alle vie respiratorie fetali, mentre l’ossigenazione è mantenuta attraverso la circolazione utero-placentare. Ciò si ottiene estraendo solo parzialmente il feto dall’utero materno, procedendo all’intubazione tracheale che può richiedere anche più di una decina di minuti, e completando l’estrazione fetale solo quando è possibile una ventilazione assistita.

Per rendere realizzabile tale procedura, data l’elevata complessità della tecnica per cui è richiesta una attenta pianificazione delle fasi più critiche dove teams differenti lavorano contemporaneamente, si è reso necessario costituire un’equipe multidisciplinare composta da Ostetrici-Ginecologi, diretti dal dott. Gregori e dalla dott.ssa Marisa Biasio, Neonatologi diretti dal dott. Daniele Farina, Anestesisti e Rianimatori, diretti dalla dott.ssa Evelina Gollo e dal dott. Giorgio Ivani, Chirurghi otorinolaringoiatri e generali, diretti dai dottori Paolo Tavormina e Jurgen Schleef, e si è effettuato l’intervento presso le sale operatorie dell’ospedale Infantile Regina Margherita di Torino.

All’intervento, eseguito con successo, è seguito il ricovero della piccola presso la Rianimazione dell’OIRM e, in sesta giornata dalla nascita, l’intervento chirurgico di asportazione della massa cervicale, il cui esame istologico ha confermato il sospetto clinico prenatale.
Dopo una regolare degenza post-operatoria, la piccola è stata trasferita presso la Terapia Intensiva Neonatale dell’ospedale Sant’Anna (diretta dal dott. Farina), dov’è tuttora ricoverata in buone condizioni. Ora la neonata respira autonomamente e si alimenta regolarmente.

Questa storia è esempio di come si possano integrare, come avviene alla Città della Salute di Torino, professionalità e competenze, al fine di fornire ai genitori, ai quali venga posta diagnosi di malformazione fetale, un percorso di accompagnamento alla nascita del loro figlio, grazie a tecniche all’avanguardia.

fonte: ufficio stampa

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