Tumori urologici: strategia terapeutica condivisa in maniera interdisciplinare per migliorare la cura

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Milano, 2 ottobre 2018 – Sette società scientifiche in rappresentanza di urologi, oncologi e radioterapisti hanno recentemente presentato a Torino, un articolato documento che descrive i PDTA (percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali) dei tumori urologici. Partendo dalla convinzione che non sia più pensabile affidare la proposta di cura antitumorale ad un singolo specialista, il PDTA prevede che la strategia terapeutica sia condivisa in maniera interdisciplinare fin dal momento della diagnosi.

Le Società coinvolte sono: SIUrO (Società Italiana di Urologia Oncologica), AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), AIRB (Società Italiana di Radiobiologia), AIRO (Associazione Italiana di Radioterapia e Oncologia Clinica), AURO (Associazione Urologi Italiani), CIPOMO (Collegio Italiano Primari Oncologi Medici Ospedalieri) e SIU (Società Italiana di Urologia). Il lungo lavoro comune di preparazione ha portato alla proposta di un “TMD (team multidisciplinare) Uro Oncologico”.

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Dott. Mario Clerico

Pertanto il percorso previsto è il seguente: di fronte ad una diagnosi di tumore, anche solo sospetto, è necessario programmare gli esami corretti nel minor tempo possibile. È come se ci si trovasse nella necessità di partire per un viaggio, senza ancora sapere quali città saranno visitate: è consigliabile affidarsi ad un’agenzia viaggi, che sappia proporre un “pacchetto tutto compreso”, in modo da risparmiare tempo e ridurre gli esami superflui.

Ma le cose non sono così semplici: le strutture sanitarie sono oggi organizzate in modo indipendente le une dalle altre. Restando sull’esempio del viaggio organizzato, è come se tutti si preoccupassero di costruire alberghi meravigliosi senza pensare a come fare per raggiungerli. Ecco allora che gli ‘albergatori’, cioè coloro che lavorano nei diversi servizi, si ritrovano per studiare insieme come organizzare i percorsi fra una struttura e l’altra.

Il PDTA, dunque, prevede la corretta sequenza dei trattamenti e, soprattutto, definisce chi si occupa di accogliere e poi di accompagnare il malato lungo il suo viaggio.

Semplice a dirsi ma non facile a realizzarsi. Per questo, il gruppo TMD Uro Oncologico ha programmato una serie di incontri nelle diverse regioni italiane, per discutere quanto proposto e contestualizzarlo nelle diverse realtà.

Si è partiti dal Piemonte dove la discussione è stata animata e molto partecipata. Tutti gli specialisti ritengono che il lavoro multidisciplinare sia assolutamente necessario e che sia l’unico modo per garantire omogeneità nei trattamenti, per ridurre gli sprechi e, soprattutto, per permettere le migliori possibilità di cura.

Tuttavia, non è pensabile che lo sforzo organizzativo avvenga in modo automatico: come in tutte le cose è necessario destinare delle risorse per il personale preposto al coordinamento dei pazienti affetti da tumore. In Piemonte e Valle d’Aosta, da anni, esiste una Rete Oncologica che prevede la presenza di un’apposita struttura, chiamata Centro Accoglienza e Servizi, che ha proprio il compito di svolgere da coordinamento nei percorsi di cura.

Pertanto il messaggio che esce da Torino è che la strada da percorrere è ancora molto lunga e accidentata ma è sicuramente quella corretta che andrà a vantaggio del paziente oncologico.

Mario Clerico
Presidente Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri (CIPOMO)

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