Tumori ginecologici, entro il 2020 la chirurgia sarà digitale

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Al decennale del congresso della Società Europea di Chirurgia Robotica in Ginecologia si anticipa la rivoluzione dei nuovi robot chirurgici

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Milano, 4 ottobre 2018 – Chirurgia digitale, precisa, mininvasiva e democratica, disponibile per tutti gli ospedali. Questo è il vicinissimo futuro disegnato dall’ultimo Congresso della SERGS (Società Europea di Chirurgia Robotica Ginecologica), organizzato a Milano in occasione del decennale della Società, che riunisce i più autorevoli chirurghi ginecologi d’Europa.

“Siamo alle soglie di una rivoluzione culturale nell’ambito della chirurgia robotica – spiega Angelo Maggioni, Direttore della Divisione di Chirurgia Ginecologica dello IEO e Presidente del meeting – L’orizzonte è vicino: entro il 2020 la chirurgia robotica cambierà volto e sia i medici che i pazienti devono esserne consapevoli. Fino a oggi la tecnologia robotica in ambito chirurgico ha avuto, purtroppo, un impatto limitato. In IEO siamo stati i primi ad utilizzare il robot in chirurgia nel lontano 2006 e, ad oggi, siamo in Italia l’istituto con il maggior numero di pazienti trattati. Ora stiamo entrando nell’era digitale della robotica in chirurgia: il robot non sarà più guidato, in ogni movimento, direttamente dal chirurgo alla consolle, come avviene oggi, ma replicherà fedelmente il percorso che quel chirurgo avrà impostato e studiato precedentemente. Migliaia di informazioni di anatomia, di tecnica chirurgica e di dati sulle diverse patologie verranno immessi nel sistema digitale che si interpone tra chirurgo e paziente per migliorare la “decision making” per quel caso specifico. Una chirurgia sempre più precisa guidata dalla “augmented reality”. Una chirurgia che, sempre più supportata dall’ intelligenza artificiale, porterà un equilibrio ed un miglioramento nei risultati finali conseguiti dai singoli operatori. I nuovi robot avranno, inoltre, un costo inferiore, come sempre accade quando l’offerta del mercato si amplia. Un dettaglio tutt’altro che trascurabile perché rende la tecnologia alla portata di tutti gli ospedali. Per questo parliamo oggi di democratizzazione della chirurgia”.

Attualmente, a livello mondiale, il 67% degli interventi chirurgici viene eseguito in tecnica open, il 31% in laparoscopia e solo il 2% con l’ausilio della tecnologia robotica, proprio per i costi elevati del sistema robotico, che ne ha limitato la sua diffusione. È questa la sfida su cui si confronteranno le diverse Compagnie produttrici di piattaforme robotiche.

“La chirurgia digitale – continua Vanna Zanagnolo, Direttore dell’Unità di Chirurgia Robotica in Ginecologia Oncologica dello IEO – ha la potenzialità di diffondersi moltissimo. Questa estensione dello spettro d’azione imporrà una nuova formazione per i medici, che va iniziata da subito. Training e certificazione delle nuove generazioni di chirurghi impegneranno i centri di insegnamento nel prossimo futuro. Lo stimolo più importante al cambiamento e alla diffusione della chirurgia digitale verrà comunque dai pazienti, che pertanto devono essere correttamente e costantemente informati sulle nuove potenzialità delle innovazioni chirurgiche”.

La rapida evoluzione della chirurgia, dalla chirurgia mininvasiva laparoscopica e robotica all’era digitale, ha infatti, l’ambizione di migliorare le potenzialità di cura e la qualità di vita dei pazienti, in un concetto di “democratizzazione globale delle tecnologie disponibili”.

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