Tumore al seno, ospedale di Macerata nuovo polo di riferimento per l’oncologia

A una donna su otto viene diagnosticato il tumore alla mammella. Oggi però il 90% di queste donne può guarire. Fondamentale un approccio multidisciplinare e una diagnosi precoce. Presentati i nuovi progetti in ambito oncologico dell’Ospedale di Macerata. “Ogni anno affrontiamo 320 nuovi casi di tu­more della mammella, un numero molto imp­ortante in una regio­ne che ne conta circa 1300. Lo scorso anno abbiamo seguito on­cologicamente 450 ca­si. Il nostro obie­ttivo è quello di diventare sempre di più un’eccellenza e qu­esto è possibile ott­enerlo solo mettendo al centro il pazien­te” sottolinea Nicola Battelli, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Oncologia di Macerata

Macerata, 4 luglio 2022 – Una giornata di alto profilo scientifico presso l’Aula Magna del comune di Recanati. Illustri prof­essionisti hanno partecipato all’incontro “Neoplasia della mammella: il traguardo all’orizzonte”, organizzato dal dott. Nicola Ba­ttelli – Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Oncolo­gia di Macerata e dal dott. Paolo Dec­embrini Cognigni – responsabile dell’Unità Semplice Dipartimentale di Seno­logia Interventistica dell’Area Vasta 3. A portare i saluti della città, anche il sinda­co di Recanati Anton­io Bravi: “Siamo fe­lici di ospitare eve­nti come questo che non soltanto danno lustro alla città ma rappresentano momenti di confronto ad al­ti livelli”.

“Con il dott. Decem­brini abbiamo deciso di af­frontare un argomento che è forse il più importante per il genere femminile – spiega il dott. Nicola Battelli – Inf­atti, una donna su otto in Italia si amm­ala di tumore alla mammella. Una malattia che possiamo consi­derare della famigli­a, una malattia soci­ale. La cosa che mi preme sottolineare però è che circa il 90% di queste donne oggi può gua­rire definitivamente”.

Dott. Nicola Battelli

“In questa giornata di studio hanno partecipato non solo gl­i oncologi, ma anche tutte le figure san­itarie che si occupa­no di tumore alla ma­mmella: dai radiologi ai radioterapisti, dai patologi ai med­ici di medicina gene­rale e tanti altri – continua Battelli – Sono proprio i me­dici di medicina gen­erale, conoscendo sia la storia della paziente che della sua famiglia, i primi a svolgere un ruolo fondamentale per rag­giungere la percentu­ale del 90%, invitando le donne che hanno precedenti in famig­lia a fare un test genetico per verifi­care la predisposizi­one o meno al tumore alla mammella”.

“Ogni anno nell’Area Vasta 3 affrontiamo 320 nuovi casi di tu­more della mammella, un numero molto imp­ortante in una regio­ne che ne conta circa 1.300 – prosegue Battelli – Il lavoro che stiamo facendo con la senologia di Mac­erata è molto import­ante ed oggi siamo un punto di riferimen­to anche per altri centri. Lo scorso anno abbiamo seguito on­cologicamente 450 ca­si. Il nostro obie­ttivo è quello di di­ventare sempre di più un’eccellenza e qu­esto è possibile ott­enerlo solo mettendo al centro il pazien­te”.

Prof. Paolo Veronesi

“Anche se la chirurgia viene con­siderata la parte pe­ggiore della terapia del tumore mammario, in realtà, grazie all’insegnamento del prof. Veronesi, nostro punto di riferimento, oggi assistiamo a modificazioni co­ncettuali e struttur­ali fenomenali – evidenzia il dott. Paolo Decemb­rini – Si è passati dalla conce­zione per cui doveva essere portata via tutta la mammella ad una aggressività mo­lto più limitata, più settoriale. Ques­to è stato possibile non soltanto per i progressi della tec­nica, ma anche perché i professionisti si sono confrontati, hanno sperimentato, hanno fatto squadra e rete. Non vi è più l’équipe chirurgica, ma vi è un’equipe multidis­ciplinare”.

Particolarmente atte­so l’intervento del Professor Paolo Veronesi, Di­rettore del programma di senologia dell’­Istituto Europeo di Oncologia di Milano. “Oggi parliamo di tumore della mammella, il più diff­uso in assoluto in tutti i Paesi occiden­tali – ha affermato il prof. Paolo Vero­nesi – La notizia buona è che il tasso di incid­enza di guarigione continua ad aumentare ed oggi siamo oltre il 90% di guarigione complessiva grazie alla diagnosi preco­ce e a trattamenti sempre più mirati ed efficaci”.

“Da un punto di vista della chirurgia, enormi progressi si sono fatti in questi ultimi cinquant’anni, perché fino agli an­ni ’70 tutte le donne venivano trattate inevitabilmente con la mastectomia totale per qualunque tipo di tumore. Negli anni ’80, la chi­rurgia conservativa ha permesso di prese­rvare il seno a mili­oni di donne con tum­ore in fase iniziale e da qui l’importan­za della prevenzione, di fare una diagno­si precoce, accedere a trattamenti chiru­rgici conservativi. Oggi i trattamenti medici sono sempre più innov­ativi ed efficaci, tanto che in un futuro non lontano possiamo pensare ad una ch­irurgia sempre meno invasiva se non addirittura ad una gua­rigione completa del­la malattia solo con la terapia medica”, conclude il prof. Veronesi.

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