Terapia del dolore: l’oppiofobia, problematica di difficile soluzione. Intervista al prof. Francesco Bruno

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La Terapia del Dolore avrà sempre più spazio nella formazione del medico. Già dal prossimo anno sono previsti approfondimenti nei corsi di laurea in medicina e chirurgia. Ne abbiamo parlato con il prof. Francesco Bruno, docente di Terapia intensiva e direttore Anestesia e Rianimazione Policlinico di Bari

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Professore, quali sono gli oppioidi del futuro? Qual è lo stato attuale?
Più che di oppioidi del futuro, parlerei di analgesici del futuro perché credo che sia ben evidente la grande difficoltà di individuare nuovi oppiacei così selettivi da realmente assicurare l’analgesia in assenza di effetti avversi.

Il ‘dolore’ è un’esperienza così cruciale per la nostra sopravvivenza che deve necessariamente ‘proteggersi’ attraverso infinite “vie di fuga ed uscite di sicurezza”; una rete di protezione così articolata, se da un lato spiega la difficoltà di contrastare efficacemente il dolore, dall’altro mette a disposizione dell’algologo più bersagli su cui potenzialmente intervenire.

I nuovi analgesici mirano all’individuazione di questi bersagli e al loro controllo attraverso interventi che non prevedono necessariamente l’impiego di agonisti dei recettori per gli oppiacei, ma poiché questi farmaci restano tuttora insostituibili è auspicabile che in futuro assicurino la maggiore possibile selettività sui recettori dell’analgesia perché la complessa problematica creata dagli inevitabili effetti avversi rischia di comprometterne l’utilizzazione.

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Prof. Francesco Bruno

Ci sono ancora problematiche di tipo culturale nell’adoperare oggi gli oppioidi?
Residuano problematiche di tipo culturale indubbiamente, ma non credo sia ancora sufficientemente chiaro se l’oppiofobia sia più o meno dannosa rispetto ad un uso improprio o sconsiderato di farmaci che, come è ormai ben chiaro, hanno corrette indicazioni (e in tal caso restano insostituibili) e altrettanto precise controindicazioni; i loro effetti avversi, ove non prevenuti, costituiscono una problematica di difficile risoluzione.

Come si colloca l’Italia nel consumo di oppioidi rispetto agli altri Paesi Europei?
Io non ho mai creduto che il consumo di oppioidi possa essere considerato “tout court” come un parametro significativo di una giusta attenzione al controllo del dolore e di un corretto impiego del farmaco; se così fosse gli Stati Uniti, dove l’utilizzo improprio di oppiacei costituisce una vera e grave emergenza, dovrebbero essere considerati il paese più ‘virtuoso’, grazie proprio ad un consumo incontrollato e non corretto di questi analgesici.

Dal punto di vista scientifico l’unico parametro che prenderei in considerazione credo dovrebbe essere la corretta utilizzazione di un farmaco che, in estrema sintesi, deve assicurare il controllo del dolore insieme ad una migliore qualità di vita.

Cosa si sta facendo e cosa si dovrebbe fare per educare le future generazioni di medici al trattamento del dolore? Quali sono oggi gli strumenti più utili per controllarlo?
Già dal prossimo anno accademico nel corso di laurea in Medicina e Chirurgia la Terapia del Dolore avrà uno spazio adeguato alla sua importanza nella formazione del medico, spazio che fino ad oggi è stato in gran parte affidato alla sensibilità ‘culturale’ dei docenti delle facoltà mediche. Sono certo che tutto ciò consentirà di trasmettere ai futuri medici le conoscenze indispensabili per affrontare un campo della medicina sicuramente complesso e che fino ad oggi non ha ricevuto l’attenzione che indubbiamente meritava.

La diffusione della Terapia del Dolore deve, a mio parere, mirare a diffondere quanto più possibile le conoscenze utili anche al medico di base per affrontare in modo corretto le problematiche che quotidianamente vengono alla sua osservazione ma anche a creare degli specialisti che siano in grado di utilizzare tutti gli strumenti, dai più semplici ai più complessi, che oggi l’algologia mette a nostra disposizione per combattere una battaglia, quella contro il dolore, che non deve mai vederci perdenti.

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