Tablet e infanzia: l’approccio deve essere favorito e monitorato

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Importante non ostacolare i bambini all’utilizzo dei dispositivi elettronici, per non creare dei disadattati digitali

telefono-cellulareLucca, 8 gennaio 2016 – Questo Natale molti bambini, anche piccolissimi, hanno ricevuto in regalato tablet e supporti elettronici. Ormai, l’età media cui i bambini si avvicinano ai dispositivi elettronici è sempre più bassa, e spesso i genitori non sanno come comportarsi.

“L’approccio dei bambini al digitale è ormai precocissimo. Il dibattito che si è venuto a creare se sia o meno positivo per i più piccoli utilizzare i dispositivi elettronici è del tutto superato. I dati ci raccontano che nove bambini su dieci sono già in grado di usare i tablet e gli smartphone dei propri genitori a due anni” commenta il prof. Armando Piccinni, Presidente della Fondazione BRF ONLUS – Istituto per la Ricerca Scientifica in Psichiatria e Neuroscienze.

Il riferimento è alla recente ricerca irlandese pubblicata su Archives of Disease in Childhood e condotta dall’Università di Cork, che ha attestato come l’87% dei genitori di bambini con età inferiore ai due anni presti il proprio apparecchio touchscreen ai figli, e che questi siano capaci di usarli tanto per cercare video, quanto per giocare.

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Prof. Armando Piccinni

“Questa ricerca – continua il prof. Armando Piccinni – ha fatto il giro del mondo, ma non dobbiamo stupirci. L’approccio dei bambini ai tablet non solo non deve essere ostacolato, ma favorito. Bloccare questo processo di alfabetizzazione precoce non solo sarebbe inutile, ma dannoso. Rischieremmo di creare dei disadattati digitali. Naturalmente tocca al genitore delimitare il tempo di utilizzo, evitando gli eccessi”.

L’azione pedagogica dei genitori e degli educatori non deve essere semplicisticamente e sbrigativamente racchiusa in un sì/no. Diventa dunque necessario operare selettivamente, valutando anche i rischi alla vista e i rischi di insonnia, non sottovalutando le moderne patologie, prime fra tutte la internet/electronic device addiction, che riguarda spesso i bambini e gli adolescenti che non hanno ricevuto un tipo di educazione digitale opportuna.

“Mentre fino a una o due generazioni fa era possibile pensare di limitare o almeno regolamentare l’accesso agli strumenti digitali dei bambini e dei ragazzi – aggiunge il prof. Armando Piccinni – oggi appare praticamente impossibile qualsiasi tipo di divieto. Attualmente viviamo immersi in un ambiente digitale e i bambini, che hanno un cervello fortemente dedicato all’apprendimento, nel momento in cui incontrano gli apparecchi digitali li approcciano con la massima naturalezza”.

Dare il tablet al proprio bimbo con delle app a lui dedicate, selezionarle e sperimentarle insieme favorirà la formazione di un linguaggio mentale abituato al digitale. Un tipo di linguaggio che è ormai divenuto indispensabile, e va incoraggiato e guidato.

“Usare questo mezzo – conclude il prof. Piccinni – per tenere i propri figli buoni per ore, esattamente come spesso accade con la televisione, sarà invece l’anticamera di un utilizzo incongruo ed eccessivo. Non vanno sottovalutati i rischi, cominciando da quelli che potrebbero alimentare un disturbo capace di allontanare il bimbo dal mondo reale a favore di un universo digitale e fantastico, ma inesistente”.

fonte: ufficio stampa

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