Speciale Scuola. Il Disturbo Aspecifico dell’Apprendimento

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disturbo-aspecifico-dell'apprendimento_Bambino-GesùChe cos’è
Il Disturbo Aspecifico (o non Specifico) di Apprendimento riguarda difficoltà di apprendimento in relazione a capacità cognitive al di sotto della media e/o a patologie di vario tipo:

  • sensoriali (es. sordità o forti difficoltà visive);
  • neurologiche (es. l’epilessia);
  • genetiche (es. la sindrome di Down o di Williams);
  • organiche in genere (es. l’ipotiroidismo);
  • psicologiche (disturbi psicopatologici primari).

In queste situazioni le difficoltà sono spesso generalizzate, quindi non solo nelle competenze “di base”, cioè nella lettura, scrittura, matematica, ma anche nei processi logici. Spesso le capacità cognitive sono inferiori alla media prevista per l’età del bambino anche se non necessariamente patologiche collocabili, cioè, nella cosiddetta “fascia inferiore” della media o “ai limiti” del ritardo cognitivo.

Anche nel ritardo cognitivo sono presenti difficoltà di apprendimento: esse sono però più conseguenti al ritardo stesso, anche se in questo campo vi è comunque una grande variabilità tra una situazione e l’altra, con differenti profili neuropsicologici.

Le cause del disturbo
Il Disturbo Aspecifico di Apprendimento può essere secondario a patologie di vario tipo (sensoriali, neurologiche, etc.); quindi possono esserci compromissioni nelle varie funzioni neuropsicologiche relativamente alle varie cause del Disturbo o ai vari quadri patologici. Può anche essere relativo ad una scarsa stimolazione socio-ambientale.

Difficoltà che presenta
Per quanto riguarda la lettura, le difficoltà nella “decodifica” del testo sono spesso minori, o comunque coesistono con difficoltà nella comprensione del testo, perché il bambino spesso non è sufficientemente sostenuto, in questo compito, dalle sue capacità cognitive.
La scrittura di questi bambini è caratterizzata da errori di tipo non fonologico, in cui sono presenti errori ortografici ma viene rispettato il rapporto tra ciò che si pronuncia (fonema) e ciò che viene scritto (grafema):

  • h (es. “o mangiato” per “ho mangiato”);
  • scambio grafema omofono (es. “squola” per “scuola”);
  • fusione-separazione illegale (es: “l’aradio” per “la radio”, “una rancia” per “un’arancia”);
  • accenti, doppie, oltre ad una coesione ideativa non buona.

Nella matematica le difficoltà possono riguardare prevalentemente aspetti numerici, in particolare la cosiddetta “codifica semantica”, cioè identificare la grandezza dei numeri, metterli correttamente in relazione ad altri, secondo la grandezza piuttosto che aspetti di calcolo, soprattutto quelli che richiedono automatizzazione, come le tabelline e il calcolo mentale rapido. Anche la soluzione dei problemi è comunque spesso alterata, per la debolezza dei processi logici.

Aiuto al bambino
Le indicazioni terapeutiche anche per questi Disturbi possono prevedere, a seconda del caso:

  • una terapia di linguaggio, orientata però anche in senso cognitivo, cioè sui processi logici;
  • un intervento di tipo pedagogico, orientato sulle strategie di studio e sulle autonomie personali, per i ragazzi più grandi;
  • un adattamento della didattica, che deve essere modulata sulle difficoltà del bambino;
  • un intervento di tipo psicologico/psicoterapeutico.

fonte: ufficio stampa

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