Cari lettori,
due anni di Covid-19 sono stati lunghi, difficili, impegnativi. Abbiamo messo in discussione il senso della vita, delle relazioni, e il peso di questa pandemia lo portiamo tutto sulle nostre spalle.
Il nuovo coronavirus ha generato malattia e morte, ci ha sottomessi e annichiliti, siamo stati tutti contagiati da ansia, paura, solitudine.
Ma se il 2020 è stato l’anno del virus, della paura, del lockdown, degli ospedali al collasso e dei morti portati via con i mezzi dell’esercito, il 2021 sarà ricordato come l’anno del vaccino e della speranza.
Sì, perché nonostante la situazione sia ancora molto critica, il vaccino è quella luce in fondo al tunnel che ci sta salvando e che ridisegna l’orizzonte della speranza, posizionandoci oltre l’ineffabile ostacolo.
Desidero augurarvi ogni bene con parole migliori delle mie, quelle del poeta Jacques Brel:
Vi auguro sogni a non finire
e la voglia furiosa di realizzarne qualcuno
vi auguro di amare ciò che si deve amare
e di dimenticare ciò che si deve dimenticare
vi auguro passioni
vi auguro silenzi
vi auguro il canto degli uccelli al risveglio
e le risate dei bambini.
Vi auguro di rispettare le differenze degli altri perché il merito e il valore di ognuno spesso è nascosto.
Vi auguro di resistere all’affondamento,
all’indifferenza, alle virtù negative della nostra epoca.
Vi auguro di non rinunciare mai alla ricerca, all’avventura, alla vita,
all’amore,
perché la vita è una magnifica avventura e niente e nessuno può farci
rinunciare ad essa, senza intraprendere una dura battaglia.
Vi auguro soprattutto di essere voi stessi, fieri di esserlo e felici, perché la
felicità è il nostro vero destino.