Scompenso cardiaco: affanno, piedi e caviglie gonfie, fiato corto. Convegno a Pisa

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Dal 3 al 5 marzo convegno alla Scuola Superiore Sant’Anna, si svolge all’area della ricerca CNR di Pisa con medici affermati e ricercatori “under 40” per definire lo stato dell’arte della ricerca e definire nuove strategie di cura personalizzate

medici-cuorePisa, 2 marzo 2016 – Lo scompenso cardiaco è una prigione le cui pareti si chiudono gradualmente intorno al paziente che trova un impedimento crescente alle attività svolte di solito. Gli stessi sintomi e segnali possono essere sostenuti da un deficit della capacità di pompa, di contrazione, ovvero della “sistole” cardiaca, come dopo un infarto, ovvero – tale condizione è meno nota al pubblico e perfino a una larga fetta degli operatori medici – da una malattia della “diastole”, cioè della fase di rilasciamento del cuore. In altre parole il cuore si contrae normalmente, ma è più rigido e stenta ad accogliere il sangue che proviene dagli atri. È il cosiddetto “scompenso diastolico” che fa esclamare ai pazienti “Dottore, ho l’affanno dopo aver salito pochi gradini”, “mi si gonfiano i piedi e le caviglie”, “non riesco più a fare quello che potevo pochi mesi fa”.

Alla malattia della diastole è dedicato il convegno “Diastole diseased”, dal 3 al 5 marzo a Pisa, con inizio dei lavori 3 marzo, ore 17.30, nell’aula magna della Scuola Superiore Sant’Anna. Grazie alla Fondazione Menarini, il convegno offre l’opportunità a studiosi di livello internazionale di incontrarsi a Pisa sotto la regia di Stefano Taddei e Michele Emdin, docenti di medicina interna e cardiologia, rispettivamente presso l’Università di Pisa e la Scuola Superiore Sant’Anna, nonché direttori delle unità di medicina interna e cardiologia, rispettivamente presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana e la Fondazione Toscana Gabriele Monasterio.

I lavori saranno ospitati presso l’area della ricerca CNR di Pisa, a sottolineare il legame necessario tra clinica e ricerca traslazionale per l’avanzamento dei processi di diagnosi e di cura e coinvolgerà volutamente giovani ricercatori under 40, che presenteranno in uno spazio dedicato ricerche sul tema del congresso e saranno giudicati da pari grado, affiancandosi così a docenti di chiara fama.

Il focus sarà sulle cause, sull’approccio diagnostico (di recente migliorato in maniera significativa, con la combinazione di ultrasuoni, marcatori cardiaci e di “imaging” avanzato, tra cui la risonanza magnetica cardiaca) e sulle prospettive terapeutiche. Quest’ultimo è un problema, ancora insoluto, che deve essere affrontato pensando l’insufficienza cardiaca diastolica come uno spettro di malattie, per il diverso grado di compromissione e l’eventuale presenza di comorbidità, cercando un approccio medico “di precisione”, per garantire la migliore cura del singolo paziente, anche con le terapie oggi disponibili.

“Da questo convegno, al quale interverranno centinaia di cardiologi, internisti, generalisti, ci si attende ‘il passo in avanti’ necessario per rivendicare un maggiore sforzo dalla comunità scientifica, come base per future ricerche nel campo delle malattie della diastole”, spiega Michele Emdin nel presentare i lavori.

fonte: ufficio stampa

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