Sclerosi multipla, più di 20 farmaci a disposizione per rallentare la progressione della patologia

Roma, 19 maggio 2021 – La sclerosi multipla, malattia tra le più comuni e gravi del sistema nervoso centrale, viene tenuta “sotto controllo” in sette pazienti su dieci. Per il 30% dei malati è quindi necessario migliorare il percorso diagnostico-assistenziale. Per ridurre la gravità dei sintomi è fondamentale garantire, soprattutto durante la pandemia, un intervento terapeutico tempestivo e una scrupolosa aderenza alle cure da parte dei malati.

Nonostante questi indubbi successi, la patologia mina ancora seriamente la qualità di vita dei pazienti in quanto altera la comunicazione tra il cervello ed il resto del corpo. I sintomi e il decorso variano e vanno da problemi della vista, a disturbi cognitivi, fino a stanchezza e difficoltà nella deambulazione. Inoltre in Italia aumenta il numero complessivo di malati: i nuovi casi l’anno sono più di 3.400 (una diagnosi ogni 3 ore).

“Oggi abbiamo a disposizione più di venti farmaci, molti dei quali sono chiamati “modificanti la malattia” perché agiscono sul nostro sistema immunitario e possono ridurre gli attacchi e rallentare la progressione della patologia – sottolinea il prof. Francesco Patti, del AOU Policlinico Vittorio Emanuele, Università di Catania, Centro Sclerosi Multipla – Negli ultimi tre anni, sono state introdotte nuove terapie anche per le forme progressive di sclerosi multipla. Garantiscono buoni risultati ma ci confermano che non siamo ancora in grado di controllare completamente la malattia. Questo avviene perché non disponiamo ancora di armi ben affilate soprattutto per quei casi più gravi dove la malattia non presenta periodi di remissione. Si rendono necessari, inoltre, interventi di riabilitazione per il 55% dei malati”.

“Le possibilità di garantire una discreta qualità di vita dipendono molto dall’intervento precoce che si riesce ad assicurare – prosegue Patti – Prima della pandemia trascorrevano in media 30-40 giorni dal momento della diagnosi all’inizio della terapia. Il Covid-19 ha in parte complicato la situazione soprattutto durante i mesi più difficili del 2020. Nonostante lo stress test che sta subendo da oltre un anno il nostro sistema sanitario nazionale, abbiamo assicurato la somministrazione delle cure nonostante alcuni inevitabili rinvii e ritardi. Ciò è dovuto alla buona organizzazione e all’ottima qualità dei centri per la sclerosi multipla attivi in Italia, considerati tra i migliori al mondo”.

“Un altro problema è quello dell’aderenza alla terapia prescritta dallo specialista – aggiunge il prof. Claudio Gasperini, Dirigente Medico del Dipartimento di Neuroscienze AO San Camillo-Forlanini di Roma – Per quanto riguarda i farmaci orali a distanza di un anno solo il 75% dei pazienti li assume correttamente seguendo le indicazioni mediche. Il fenomeno si riscontra anche per le terapie iniettive che preoccupano per gli effetti collaterali e per modalità di somministrazione. Come è noto, la pandemia ha reso più difficile l’accesso alle strutture sanitarie e ha fatto saltare alcuni controlli clinici. Il paziente poi tende a non comunicare al medico curante la mancata aderenza ai trattamenti. Risulta così in crescita un fenomeno francamente preoccupante e che può vanificare i successi che abbiamo ottenuto grazie ad anni di ricerca scientifica”.

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