Sciopero medici ospedalieri, USSMO: “Sempre più vessati e delegittimati”

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Bari, 23 novembre 2018 – “È solo l’ultima offesa della sanità pubblica ai medici ospedalieri. Forse la più imbarazzante degli ultimi vent’anni subita da una classe medica già profondamente vessata dalla mancanza di organico e per questo obbligata a turni così massacranti da mortificare dignità e valore della professione.

Dopo dieci anni di blocco contrattuale è scandaloso umiliare ancora una volta un’intera categoria, proponendo un aumento della retribuzione del 2.90% a fronte del 3.48% di aumento dei contratti pubblici, escludendo dal monte salari indennità di esclusività e retribuzione individuale di anzianità, che tra l’altro non sono state accantonate dalle regioni”.

Questo il commento di Franco Lavalle, segretario nazionale U.S.S.M.O. (il sindacato medici ospedalieri Universo Sanità ) in occasione dello sciopero nazionale, proclamato da diverse sigle sindacali, in corso a Palermo, in piazza Ottavio Ziino, davanti all’assessorato regionale alla Salute.

“Questa mobilitazione – sottolinea il segretario nazionale – è l’estrema ratio per denunciare tutte le aspettative inattese dai vari governi che si sono avvicendati e le condizioni di continua delegittimazione in cui i medici ospedalieri esercitano il loro lavoro per garantire la salute di tutti nonostante i sacrifici e le difficoltà nell’applicare i principi fondanti di scienza e coscienza della professione in un clima generale di grande disagio sociale”.

“Non si tratta solo di accordi contrattuali mortificanti – spiega Vella – Diritto alla cura e diritto a curare, restituendo il giusto valore alla professione, sono due facce della stessa medaglia dove al centro c’è la persona. Assunzioni e risorse adeguate del Fondo Sanitario Nazionale (FSN) per assicurare a tutti i nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea) sono l’unico ossigeno possibile per salvare il SSN anche da un processo di privatizzazione che sta stravolgendo la sanità pubblica”.

“La politica è chiamata perciò a fare delle scelte urgenti – conclude – a protezione di un sistema ancora riconosciuto tra i migliori in Europa grazie alla responsabilità e alla passione dei medici, ma che oggi si sta sgretolando”.

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