Salvare il suolo si può: i 10 punti per vincere una sfida mondiale

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Da sin.: Zalambani, Cantelli Forti, Pratesi, Benedetti, Carandini

Bologna, 26 gennaio 2018 – Si è svolto a Bologna il Convegno “Prenditi cura del pianeta, inizia dal suolo. Presentazione del Decalogo per il suolo”. L’evento, tenutosi presso l’Aula Magna della Regione Emilia-Romagna, ha ospitato illustri relatori del mondo accademico e istituzionale che hanno animato il dibattito sull’importanza del suolo per la “vita” dell’intero pianeta.

I lavori sono stati introdotti dal Prof. Giorgio Cantelli Forti, Presidente Accademia Nazionale Agricoltura, dal Prof. Andrea Carandini, Presidente FAI-Fondo Ambiente Italiano, dalla Prof.ssa Anna Benedetti, Presidente Società Italiana della Scienza del Suolo, e dal Prof. Giuseppe Corti, Presidente Società Italiana di Pedologia.

Durante l’evento è stato presentato un vero e proprio “Decalogo” con le proposte principali rivolte alla conservazione del suolo e alla qualità della vita dell’uomo. L’illustrazione di questi punti, infatti, ha voluto attirare l’attenzione sul tema della salvaguardia del suolo al fine di arrivare a fornire possibili azioni da mettere in atto per contribuire alla gestione sostenibile di una risorsa naturale non rinnovabile.

Il “Decalogo”, che prende le redini dalla campagna di sensibilizzazione Global Soil Partnership promossa nel 2015 da FAO e UNESCO, è nata da una stretta collaborazione tra FAI – Fondo Ambiente Italiano, Società italiana Scienza del Suolo e Società Italiana di Pedologia con il patrocinio dell’Accademia Nazionale di Agricoltura e della Regione Emilia-Romagna. I 10 punti sono stati trattati da altrettanti studiosi che, attraverso  le loro relazioni, hanno voluto discutere i principali sviluppi legati alla salvaguardia del suolo.

“Il suolo – dichiara Carmelo Dazzi, Università di Palermo, nel punto Conosci il suolo: è un organismo vivente – si origina dall’interazione tra le diverse sfere dell’ecosistema, ovvero, litosfera, idrosfera, atmosfera e biosfera. Il suolo, dunque, è una formazione della superficie terrestre di limitato spessore, ma che contiene in sé molti elementi di tipo minerale e organico. Il suolo respira e vive attraverso i suoi elementi di vita e se questi sono intaccati viene minato al cuore la sua stessa sopravvivenza”.

“Centinaia di anni – prosegue Livia Vittori Antisari, Università di Bologna, nel punto Proteggi il suolo: è una risorsa non rinnovabile – impiega il suolo a divenire produttivo. È dunque un sistema particolarmente vulnerabile nel caso in cui si intervenga con interventi scorretti come alterazione e contaminazione chimica, scadenti attività agronomiche, ricaduta di sostanze nocive (metalli pesanti e elementi tossici). Tra tutti, ovviamente, la cementificazione rappresenta il pericolo principale”.

“I cambiamenti climatici – hanno sostenuto Giuseppe Corti e Stefania Cocco, Università politecnica delle Marche, nel punto Difendi il suolo dall’erosione – provocano sul suolo effetti negativi legati, soprattutto, sia alla mancanza che all’eccesso di acque causate da precipitazioni assenti o eccessive. Nel primo caso si verificano fenomeni di aridità mentre, nel secondo, fenomeni di erosione. L’erosione provoca diminuzione della fertilità del suolo, oltre a creare fenomeni di dissesto idrogeologico, come capitato spesso negli ultimi anni in Italia”.

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“Molti casi – ha esaminato Paola Adamo, Università di Napoli, nel punto Sostieni la qualità dei suoli – anche in Italia, evidenziano la contaminazione del suolo che, a differenza delle risorse primarie quali acqua e aria, non si osservano se non dopo molti anni. Questi sono soprattutto visibili per l’impoverimento della produzione agraria o della morìa di piante e microfauna del suolo. Tutto questo è dovuto all’accumulo di elementi potenzialmente tossici quali metalli pesanti, idrocarburi ed altre sostanze nocive”.

“Ogni suolo – continua Sara Marinari, Università della Tuscia, nel punto Sostieni la qualità dei suoli – ha delle peculiarità legate all’ecosistema in cui si è formato e di conseguenza presenta delle specifiche vocazioni per sostenere coltivazioni o presenze vegetali specifiche. Di conseguenza ogni suolo va preservato in funzione delle sue caratteristiche chimiche, fisiche e biologiche cercando di evitare fenomeni di disequilibrio tra le diverse componenti che caratterizzano la fertilità del suolo”.

“In funzione delle sue caratteristiche – ha detto Marcello Mastrorilli, CREA nel punto Riduci gli sprechi e nutri il suolo – il suolo è in grado di produrre determinati prodotti utili per la nutrizione umana ed animale. Un eccessivo sfruttamento, quindi, può portare a un duplice, e comunque dannoso, risultato: un progressivo impoverimento del suolo e una diminuzione della produzione agricola o, in altri casi, un surplus di produzione. Un esempio può essere quella della produzione di agrumi Italiana dove, circa il 20%, viene mandata al macero in quanto eccessiva con gravi danni per l’ambiente e un forte spreco alimentare”.

“I micro-organismi del suolo – sottolinea Anna Benedetti, CREA nel punto Custodisci la biodiversità del suolo – rappresentano la macchina eco-sistemica per la vita del suolo. Tale massa vivente costituisce quindi un sistema di biodiversità che, se viene impoverita a causa soprattutto dell’eccesso di diserbanti e fitofarmaci, può nel tempo insterilire la capacità nel suolo di degradare i materiali che vi sia accumulano”.

“L’Italia è un esempio particolare di diversità – ha continuato Giuseppe Lo Papa, Università di Palermo nel punto Tutela il suolo per la protezione del paesaggio – delle tipologie di suolo che si evidenziano attraverso tipologie cromatiche (suoli rossi, neri, grigi, bruni) in grado di condizionare le caratteristiche morfologiche e estetiche del territorio e quindi nel diversificare le tipologie di paesaggio presenti nel nostro Paese”.

“Come sostiene la FAO – afferma Edoardo Costantini, CREA nel punto Preserva il cibo che produce – un suolo sano produce cibi sani fornendo prodotti alimentari vegetali e animali di grande qualità. Ovviamente, e questo capita con sempre più costanza negli ultimi decenni anche in Italia nonostante i sempre rigorosi controlli, un suolo contaminato o eccessivamente trattato con sostanze chimiche, oltre a diminuire la sua produttività, immette sul mercato prodotti che hanno il rischio di contaminazione per il consumatore”.

“Purtroppo solo 132 paesi nel mondo – conclude Costanza Pratesi, FAI nel punto Divieni ambasciatore del suolo – hanno aderito alla campagna Global Soil Partnership promossa da FAO e UNESCO. L’Italia è tra questi, ma il costante controllo per una tutela della risorsa del suolo finalizzata a un miglioramento della produzione alimentare nei prossimi anni, si inserisce nella finalità dell’obiettivo di questa campagna, ovvero, la necessità di incrementare la produzione agricola mondiale di circa il 60% entro il 2050. Se si tiene conto che attualmente il 33% dei suoli della terra è improduttiva o scarsamente produttiva, il raggiungimento di quella richiesta diviene una scommessa per l’intera umanità”.

A conclusione del convegno, il Prof. Gilmo Vianello Accademico dell’Accademia Nazionale di Agricoltura e promotore della giornata ha terminato dicendo: “In sintesi il suolo è una risorsa non rinnovabile; la sua conservazione è essenziale per la sicurezza alimentare e il futuro sostenibile della vita animale e vegetale. In Italia l’ultima delle numerose proposte di legge presentate al Parlamento dal 1980 ad oggi, riguardante il “Contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato“ (disegno di legge n. 2383) dopo l’approvazione della Camera dei Deputati nel maggio 2016 si è praticamente arrestata a Palazzo Madama per l’impossibilità di trovare un punto d’incontro tra la posizione del Senato e quella delle Regioni. Nel nostro Paese il trend del consumo di suolo è progressivamente in crescita raggiungendo nel 2016 valori superiori al 7,6% di superfici produttive irreversibilmente perdute, a fronte del 2,7% del 1956. Alcuni territori provinciali, quali Milano, Monza, Napoli, hanno superato il 30% di consumo irreversibile di suolo. Il Fondo Ambiente Italiano (FAI) in collaborazione con la Società Italiana della Scienza del Suolo (SISS), Società Italiana di Pedologia (SIPE) e Accademia Nazionale di Agricoltura (ANA) attraverso la presentazione del “Decalogo del Suolo” intendono sollecitare le Istituzioni Pubbliche ed il prossimo costituendo Parlamento a voler legiferare per la valorizzazione del suolo non a fini insediativi ed infrastrutturali, ma come patrimonio produttivo agricolo, alimentare e turistico,  salvaguardando la biodiversità e l’estetica del paesaggio”.

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