Riorganizzazione dell’attività chirurgica in sala operatoria, progetto pilota all’ospedale di Forlì

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Forlì, 3 luglio 2019 – Il titolo del progetto del Ministero della Salute, “Creazione di un network per la riorganizzazione dell’attività chirurgica per setting assistenza e complessità di cura”, è molto tecnico, da addetti ai lavori, ma la ricaduta per i pazienti potrebbe essere davvero importante. Perché organizzare nel modo più efficace una sala operatoria vuol dire, in primis, curare meglio, ma soprattutto “dare la possibilità ai pazienti di essere operati nei tempi previsti e in massima sicurezza”.

L’importante percorso, fatto partire direttamente dal Ministero della Salute, coinvolge 19 Regioni italiane, che hanno segnalato per la partecipazione solo alcuni ospedali, selezionati per le esperienze virtuose maturate nell’organizzazione delle sale operatorie.

In Emilia-Romagna gli ospedali scelti sono stati l’ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì, dove il progetto è già partito, l’ospedale Maggiore di Parma e l’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna.

“Il miglioramento delle performances chirurgiche – ha spiegato il dottor Marcello Tonini, direttore generale dell’Ausl Romagna – è sicuramente un tema che l’Ausl Romagna e la Regione Emilia Romagna sostengono e sviluppano da tempo”.

“Sappiamo tutti che l’efficienza nella gestione delle sale operatorie varia purtroppo da regione a regione – ha chiarito il dottor Anselmo Campagna, responsabile del Servizio di Assistenza Ospedaliera della Regione Emilia-Romagna – Ed è inutile ribadire che tutti i pazienti dovrebbero avere garantite le medesime possibilità di assistenza e cura in tutto il territorio nazionale. Il progetto del Ministero di cui parliamo in realtà parte dal monitoraggio dei tempi di attesa nelle sale chirurgiche. In Romagna il 90% dei pazienti che afferiscono agli ospedali viene operato nei tempi previsti e tale eccellente risultato è senz’altro frutto di una cultura organizzativa efficiente. Il nostro dovere è di garantire l’equità dell’accesso ed è evidente come la buona organizzazione delle sale operatorie incida sulle liste d’attesa e sull’esigibilità di tale diritto. Tornando al progetto, siamo partiti dai referenti individuati negli ospedali pilota per costituire un gruppo regionale che, alla fine, produrrà un documento di programmazione regionale su questa tematica”.

“L’esperienza di organizzazione delle sale operatorie dell’ospedale di Forlì – ha precisato il dottor Campagna – è davvero importante in termini di cultura organizzativa ed informatica. Siamo contenti di aver scelto questa esperienza per la nostra Regione e sono contento che abbiate dato la vostra collaborazione al progetto, che parte prima di tutto dal coinvolgimento delle Direzioni Generali, i soggetti deputati a trasferire a livello aziendale i risultati che otterremo”.

Il dottor Paolo Masperi, direttore sanitario del presidio ospedaliero di Forlì ha poi spiegato in dettaglio le tappe che coinvolgeranno professionisti ed operatori : “L’attività chirurgica è una delle attività più complesse svolte negli ospedali e consuma circa la metà  del totale dei costi complessivi di un nosocomio. All’ospedale di Forlì, ogni anno, si effettuano 11.976 interventi chirurgici in elezione e 1.283 in urgenza (il 10%) che vengono effettuati in 13 sale operatorie. Il ‘core team’ individuato per il progetto ministeriale è composto dal sottoscritto per la direzione sanitaria, dal dottor Ruggero Corso, coordinatore medico del blocco operatorio e dalla dottoressa Raffaella Signani, referente infermieristico”.

“Gli obiettivi del progetto – ha specificato il dottor Ruggero Corso – sono principalmente di garantire il controllo dei tempi di attesa, la presa in carico e la continuità delle cure, lo sviluppo della comunicazione, il governo dei flussi, il bilanciamento tra domanda e capacità produttiva, la sicurezza per pazienti e operatori”.

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