Ricostruzione post tumorale del seno. Innovativo intervento di microchirurgia

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La nuova metodica, praticata presso la Clinica Malzoni – Villa dei Platani di Avellino (struttura del Gruppo Neuromed), non prevede l’uso di protesi mammarie artificiali

chirurghi-sala-operatoria-3Avellino, 29 gennaio 2017 – Ricostruire il seno dopo l’asportazione di un tumore è un processo indispensabile per ridare alla donna la sua immagine corporea e farle rapidamente riacquistare una normale vita di relazione. La Clinica Malzoni – Villa dei Platani di Avellino, struttura del Gruppo Neuromed, con questo tipo di intervento fortemente innovativo e tra i primi eseguiti in Campania, ha raggiunto un livello di complessità clinico-chirurgica di alta qualificazione.

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Dott. Luigi Cremone

Si tratta della Deep Inferior Epigastric Artery Perforator (DIEP), nella definizione Inglese. Con questa metodica la ricostruzione post tumorale del seno viene effettuata prelevando tessuti della paziente stessa (autologhi), dalla parte bassa dell’addome. In dettaglio, viene selezionato un lembo costituito da pelle, tessuti sottocutanei, grasso e vasi sanguigni. Questo lembo viene quindi impiantato nella posizione voluta attraverso tecniche di microchirurgia, che prevedono il collegamento dei suoi vasi sanguigni ad altrettanti vasi del torace. In questo modo non solo si evita l’uso di protesi mammarie artificiali, ma, a differenza di altre tecniche autologhe usate, la DIEP non implica il danneggiamento dei muscoli addominali.

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Dott. Salvatore Taglialatela

A condurre l’intervento è stato il dott. Salvatore Taglialatela, chirurgo plastico ricostruttivo del gruppo Neuromed, coadiuvato da una equipe specializzata formata dal dott. Luciano Contaldo, dalla dott.ssa Bianca Aceto, nell’ambito dell’unità di Senologia diretta dal dott. Luigi Cremone, e dal dott. Pasquale Scafuri per la parte anestesiologica.

“Secondo la letteratura scientifica – dice Taglialatela – la ricostruzione protesica in casi di carcinoma mammario è associata ad un alto rischio di complicanze post operatorie soprattutto in casi di radioterapia associata e ad una maggiore percentuale e rischio di re-intervento, incidendo in questo modo sullo stato psicologico della paziente e sul bilancio economico sanitario. Nel caso specifico, la paziente era stata sottoposta ad un alto numero di cicli di radioterapia che avevano determinato un danneggiamento cronico dei tessuti della regione mammaria. Ciò avrebbe reso rischiosa la ricostruzione con le protesi mammarie tradizionali correntemente utilizzate. Si tratta di un intervento di alta specialità che apre la strada, finalmente, ad una tipologia di chirurgia plastica ricostruttiva non ancora molto diffusa nella nostra area geografica. La nostra equipe, guidata dal dott. Luigi Cremone in qualità di chirurgo senologo, è in grado oggi di offrire le tecniche più innovative nel campo del trattamento chirurgico del carcinoma mammario. Il mio ringraziamento particolare va al personale della sala operatoria e del reparto di Chirurgia della Clinica Malzoni senza i quali non si sarebbe potuto conseguire un successo di tale genere”.

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Deep Inferior Epigastric Artery Perforator (DIEP)

fonte: ufficio stampa

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