Riabilitazione pneumologica, quarto congresso internazionale di Fisioterapia respiratoria a Treviso

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Treviso, 28 gennaio 2019 – È iniziato il conto alla rovescia verso il Congresso internazionale dell’ARIR, Associazione Riabilitatori dell’Insufficienza Respiratoria, in programma a Treviso dal 21 al 23 marzo prossimi. Ormai giunto alla quarta edizione, l’appuntamento incentrato sulla fisioterapia respiratoria avrà come titolo “La tecnologia al servizio della clinica: suggerimenti dal passato per scommettere sul futuro”, e radunerà più di 300 tra specialisti del settore e ricercatori, provenienti dall’Europa e da ogni parte del mondo, pronti ad affrontare le sfide per i prossimi anni in campo riabilitativo pneumologico.

L’evento sarà arricchito da una ricorrenza particolare: quest’anno, infatti, l’Associazione, che da sempre diffonde la cultura della fisioterapia respiratoria in Italia, festeggia i 30 anni dalla sua fondazione avvenuta nel 1989.

“Sarà l’occasione per fare un excursus sulla nostra storia, dai primi passi alla definizione del ruolo e della figura del fisioterapista respiratorio in Italia e in Europa”, spiega la presidente dell’Associazione, Marta Lazzeri.

È proprio alla fine degli anni Ottanta che le innovazioni scientifiche e la disponibilità di nuovi strumenti tecnologici e terapeutici danno un nuovo impulso alla cultura della riabilitazione pneumologica in Italia, offrendo la possibilità di iniziare a gestire in modo sempre più adeguato i pazienti con insufficienza respiratoria.

“Il progresso ha cambiato in modo drastico la qualità e l’aspettativa di vita delle persone con insufficienza respiratoria. Ad esempio – continua Lazzeri – la possibilità di avere ossigeno liquido al domicilio, in contenitori di dimensioni trasportabili, ha consentito ai pazienti di mantenere uno stile di vita attivo e una vita sociale prima inimmaginabile. Ma ha trasformato anche la nostra professione di fisioterapisti ridefinendo ambiti di intervento sempre più ampi e specifici. Ricordo che agli esordi della mia carriera lavorativa, il saturimetro era uno strumento che richiedeva una valigia per essere trasportato: oggi ha la dimensione di un ditale e addirittura può essere uno dei sensori accessori di smartphone e smartwatch”.

Il risultato è che oggi, anche pazienti completamente dipendenti dalla ventilazione meccanica possono vivere a casa propria, andare a scuola o al lavoro, persino in vacanza, con gli adeguati accorgimenti.
“Ma questo – sottolinea Lazzeri – è possibile non solo grazie alla tecnologia, ma anche alle competenze specialistiche e avanzate che negli anni hanno definito la figura del fisioterapista respiratorio”.

Il Congresso sarà l’occasione per far conoscere alle nuove generazioni di fisioterapisti la storia della professione e di far toccare con mano ‘pezzi’ di tecnologia del passato e del presente, in un percorso virtuale e fisico che verrà allestito nella exhibition hall. Direttamente dagli archivi di ospedali e grazie alla disponibilità di molte aziende del settore, strumenti e macchinari del passato saranno esposti a fianco delle apparecchiature di ultima generazione per raccontare, anche attraverso la tecnologia, l’evoluzione di una professione.

Non solo celebrazione di un percorso, ma anche grande confronto scientifico, che si svilupperà tra sessioni plenarie e parallele, simposi, tavole rotonde e workshop. Si partirà dal tema attualissimo della presa in carico della fragilità nel paziente con patologia respiratoria cronica e nell’anziano.

Un tema “che in futuro ci impegnerà tantissimo come fisioterapisti specialisti in ambito respiratorio, soprattutto per quanto riguarda il domicilio. L’educazione all’autogestione della fase stabile di malattia – continua la presidente dell’ARIR – è la chiave di volta nella cura e prevenzione secondaria delle patologie respiratorie croniche; gli accessi del professionista saranno sempre più interventi irrinunciabili e finalizzati ad evitare riacutizzazioni, accessi al pronto soccorso e ricoveri impropri”.

Sessioni specifiche saranno dedicate alle ultime strategie di ricondizionamento e di allenamento, alla gestione delle problematiche respiratorie nella Fibrosi Cistica e nelle Bronchiectasie, nel paziente acuto, tracheostomizzato, in terapia intensiva, prima e dopo intervento chirurgico o trapianto polmonare.

Per ogni argomento uno sguardo anche al ‘piccolo paziente’ sotto la guida di colleghi esperti in ambito pediatrico. Lo stretto legame tra professione e tecnologia sarà in ogni caso uno dei fili conduttori della convention. Ventilatori meccanici e CPAP, dalla valutazione al trattamento dei disturbi respiratori del sonno.

“Come professionisti – spiega Lazzeri – siamo molto coinvolti anche nella terapia di questi disturbi, con la peculiarità di avere una particolare attenzione all’autonomia della persona, scegliendo le soluzioni il meno invasive possibili e dal minor impatto sulla qualità di vita del paziente”.
Alcune tecnologie diagnostiche verranno presentate in una veste diversa e proposte come guida alla fisioterapia respiratoria (ecografia toracica, tomografia a impedenza elettrica-EIT, tecnica delle oscillazioni forzate-FOT, ecc).

“Anche in un ambito tradizionalmente legato alla forte competenza professionale del fisioterapista, come la gestione delle secrezioni bronchiali, vedremo come la tecnologia ci può assistere, arrivando a potenziare il nostro intervento e a migliorare l’autonomia del paziente” aggiunge la presidente dell’ARIR.

Infine, un tema di grandissima attualità come le tecnologie mediche e di massa per la riabilitazione e il monitoraggio diretto e a distanza (Tele-riabilitazione e Tele-monitoraggio).

Al centro del programma congressuale anche un momento di riflessione sulle sfide del prossimo futuro in ambito di autonomia e responsabilità professionale, alla luce della legge Gelli-Bianco e delle prospettive di riconoscimento delle competenze specialistiche introdotte con il CCNL del comparto sanitario.

“Con l’aiuto del dottor Benci e di illustri rappresentanti della dirigenza delle Professioni Sanitarie, cercheremo di fare il punto sul futuro del Fisioterapista Respiratorio”, conclude Lazzeri.

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