Reflusso gastroesofageo: una pressione endo-addominale può svelare la malattia

Studio condotto presso l’IRCCS Policlinico San Donato di Milano dal prof. Bonavina e dal dott. Siboni, pubblicato sulla rivista scientifica Clinical Gastroenterology and Hepatology

Prof. Luigi Bonavina

Milano, 9 novembre 2022 – Una manovra semplice e rapida ma in grado di migliorare la capacità di diagnosi della malattia da reflusso: sollevare le gambe del paziente mentre è sottoposto a manometria esofagea ad alta risoluzione permette di aumentare la pressione endo-addominale e mettere così sotto stress i meccanismi di protezione della barriera antireflusso, svelando la malattia.

L’intuizione del prof. Luigi Bonavina, responsabile dell’Unità di Chirurgia Generale Universitaria e Centro Esofago presso l’IRCCS Policlinico San Donato di Milano (Gruppo San Donato) e del dott. Stefano Siboni, chirurgo presso la medesima unità, si è tradotta in uno studio pubblicato su una delle più importanti riviste mondiali di gastroenterologia (Clinical Gastroenterology and Hepatology, impact factor 13.576).

Lo studio prospettico internazionale ha coinvolto 13 centri in totale – 6 europei, 5 americani, 2 asiatici – specializzati nella diagnosi e nel trattamento della malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE), per definire i valori anomali di pressione endo-esofagea rilevati in corso di manometria e indotti da questa manovra (denominata Straight Leg Raise- SLR).

La MRGE è caratterizzata dalla risalita patologica di materiale acido dallo stomaco all’esofago attraverso il cardias, ovvero la giunzione esofago-gastrica, ed è molto diffusa, infatti interessa circa il 30% della popolazione dei paesi industrializzati, Italia inclusa. Oltre a incidere negativamente sulla qualità di vita, la MRGE predispone allo sviluppo di complicanze come l’esofagite e l’esofago di Barrett. Quest’ultimo è associato all’aumentata incidenza del tumore esofageo più rappresentato, ovvero l’adenocarcinoma.

I sintomi principali della MRGE sono il bruciore dietro lo sterno e il rigurgito acido. Tuttavia circa un terzo dei pazienti presenta anche sintomi atipici, non strettamente correlati all’area dell’esofago, come tosse, raucedine, presenza di muco in gola e dolore toracico simile all’angina pectoris, che richiedono specifici test diagnostici per escludere questa ipotesi.

La diagnosi di MRGE si basa sulla esofago-gastro-duodenoscopia con biopsie, la radiografia del tubo digerente superiore con mezzo di contrasto, la pH-impedenziometria delle 24 ore e la manometria esofagea ad alta risoluzione. L’intero percorso diagnostico è lungo e laborioso per il paziente e non sempre permette di arrivare ad una diagnosi precisa e conclusiva, in particolare nei pazienti con sintomi extraesofagei, minime disfunzioni del cardias e assenza di ernia iatale.

“È noto ormai da tempo che ogni aumento significativo della pressione endo-addominale dovuto alla gravidanza, all’obesità e ad altre cause (tosse, sforzi fisici, ginnastica addominale, sollevamento pesi, attività sessuale) possa promuovere il reflusso gastroesofageo. Da qui l’idea di sollevare le gambe dei nostri pazienti in sede di manometria esofagea per massimizzare l’accuratezza dell’esame diagnostico” afferma il prof. Luigi Bonavina.

“Da un punto di vista pratico, la manovra SLR eseguita in corso di manometria esofagea potrà consentire di migliorare la capacità di diagnosi ambulatoriale del reflusso nei pazienti con sospetta MRGE, evitando di eseguire la pH-impedenzometria in molti casi e identificando precocemente i pazienti che sono candidati sia alla terapia medica che a quella endoscopica o chirurgica” aggiunge il dott. Stefano Siboni.

Il lavoro degli specialisti dell’IRCCS Policlinico San Donato ha permesso di accertare che la manovra SLR è in grado di identificare nel 79% dei casi i pazienti con MRGE e di escludere nell’85% dei casi i pazienti sani, dimostrando quindi un’eccellente accuratezza diagnostica.

“Una diagnosi precoce di MRGE è essenziale per intervenire su fattori di rischio modificabili, come ad esempio l’alimentazione scorretta e il sovrappeso, e guidare la scelta della terapia medica per curare i sintomi e prevenire le complicanze” conclude il prof. Bonavina.

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