Pubblicate in Italia le prime linee guida per la valutazione degli impatti ambientali del latte

Si tratta di una certificazione trasparente, rigorosa e comparabile che rafforza la competitività della filiera lattiero casearia italiana. È già in corso l’iter per estendere la metodologia ad altre categorie di prodotti

Siena, 16 giugno 2025 – Per la prima volta in Italia sono state pubblicate le linee guida su come effettuare una corretta valutazione degli impatti ambientali della produzione di latte bovino, bufalino, ovino e caprino (una Product Category Rule – PCR). Si tratta di un passo storico per la filiera agroalimentare italiana e un risultato di grande rilievo scientifico e pratico.

Questa nuova PCR costituisce un primo riferimento ufficiale nazionale per la redazione di Dichiarazioni Ambientali di Prodotto (EPD) nel comparto lattiero-caseario, strumento indispensabile per il miglioramento della filiera in un’ottica di sostenibilità. È la prima in Italia del settore food.

La PCR è stata pubblicata da EPDItaly, Program Operator italiano per la pubblicazione di Dichiarazioni Ambientali di Prodotto (EPD) ed è stata sviluppata congiuntamente dall’Università di Siena e dall’Università di Pisa, nell’ambito del progetto Agritech, uno dei Centri Nazionali promossi dal PNRR per sostenere la ricerca avanzata nel settore agricolo, in particolare nello Spoke 9 coordinato dal professor Angelo Riccaboni. Il lavoro è stato condotto dall’Ecodynamics Group dell’Università di Siena e dal Pisa Animal Science Group dell’Università di Pisa.

“Tra le diverse soluzioni che stiamo sviluppando all’interno di Agritech Spoke 9 – afferma Angelo Riccaboni, coordinatore dello Spoke 9 – ci teniamo a sottolineare questa nuova metodologia di valutazione, per la sua concretezza e per il contributo che può fornire alla sostenibilità del settore lattiero-caseario”.

“Abbiamo colmato un vuoto normativo e tecnico – spiega Simone Bastianoni, coordinatore per l’Università di Siena – perché la disponibilità di una PCR consente alle imprese di valutare le proprie performance ambientali in modo rigoroso, comparabile e trasparente”.

“È un segnale importante per rafforzare la competitività della filiera lattiero casearia italiana e valorizzarla nei mercati globali anche da un punto di vista ambientale”, afferma Marcello Mele coordinatore per l’Università di Pisa.

Il percorso non si ferma qui: sono già in corso i lavori per estendere l’approccio ad altre categorie di prodotti derivati, come i formaggi e prodotti trasformati in genere, e per promuovere l’adozione dello strumento da parte delle imprese per lo sviluppo di nuove Dichiarazioni Ambientali nell’ottica del miglioramento della sostenibilità delle produzioni animali.

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