Prevenzione dei tumori: coinvolti gli studenti delle scuole superiori di Arezzo nel Progetto Giona

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Tre anni di impegno quotidiano per lavorare su progetti concreti e fare prevenzione nelle giornate oncologiche aretine

progetto-giona-arezzoArezzo, 8 novembre 2016 – Il Progetto “Giona” che prende il nome dal profeta ribelle, ribelle come le cellule tumorali, che vanno combattute, è al secondo anno della sua attività di informazione e prevenzione. Calcit e Asl sono partiti da qui, rendendo gli studenti degli Istituti di scuola superiore Itis Galileo Galilei di Arezzo, Liceo artistico Pier della Francesca di Arezzo e il Liceo scientifico F. Redi di Arezzo attori principali del progetto. I ragazzi sono i promotori di un’azione di informazione gestita in modo laboratoriale ­fino al cambio di paradigma, quando loro stessi diranno ai genitori, agli adulti non fumare, non bere!

È stato il prof. Massimo Gallorini, docente di informatica all’Itis di Arezzo, da anni a stretto contatto con gli adolescenti e le loro problematiche sul fumo e l’alcool che ha voluto un intervento a lunga durata nell’età più a rischio, quella adolescenziale. L’età adolescenziale è l’età in cui viene creata la propria identità anche attraverso il rapporto con il cibo.

Se alla buona dieta mediterranea preferiamo il cibo trash ne pagheremo conseguenze in termini di malattie oncologiche, di malattie del sistema cardiovascolare, di qualità della vita nel suo insieme.

“Noi siamo quello che mangiamo, beviamo, respiriamo, ma ce lo siamo dimenticati – ricorda il dott. Sergio Bracarda, direttore dell’Oncologia Medica dell’ospedale San Donato di Arezzo e responsabile scientifico del progetto – costruendo percorsi di corretta informazione possiamo invertire la rotta: ma solo con la consapevolezza e non con l’imposizione”.

L’andamento in crescita delle malattie oncologiche e cardiovascolari può essere invertito se investiamo nella prevenzione primaria, promuovendo l’adozione di corretti stili di vita. Senza il fumo di sigaretta, il tumore al polmone potrebbe essere una malattia rara.

“Un progetto che non ha eguali in Italia – afferma Enrico Desideri, direttore generale Asl Sud Est – molte malattie che noi curiamo sono date da cattive abitudini, ma da soli facciamo poco, in una comunità organizzata come questa invece possiamo raggiungere ottimi risultati”. E aggiunge il direttore sanitario Simona Dei: “Un’iniziativa da condividere e rilanciare in tutto il territorio della Asl Sud Est, così che i temi della prevenzione siano di tutti e per tutti”.

E già i risultati ci sono, i ragazzi che partecipano al progetto, hanno iniziato l’anno scorso con ricerche, laboratori e materiale da distribuire. In particolare il liceo artistico ha prodotto spot, video, slogan ideati e prodotti dagli studenti che possono essere utilizzati per campagne di prevenzione.

L’Itis ha studiato i prodotti alimentari, analizzando la loro provenienza e il processo di produzione, finendo l’anno con un pranzo biologico. “E quest’anno sono stati i ragazzi stessi all’inizio della scuola – ha detto il prof. Gallorini – a chiedermi di riprendere le attività del progetto, questo è già un ottimo risultato oltre che una grande soddisfazione”.

Il liceo linguistico si confronterà con altri Paesi europei, mentre il liceo scientifico ha istituito dei laboratori sul cibo, ma non finisce qui. “Tre anni di impegno quotidiano, questa la durata del progetto – ha detto Giancarlo Sassoli, presidente del Calcit – ma la scadenza serve solo per fare il punto sui risultati, poiché il progetto continuerà per sempre”.

Un’informazione fatta dagli stessi ragazzi, con un linguaggio che solo loro sanno usare può correggere stili di vita errati, dare consapevolezza sull’importanza di vaccini e screening, evidenziare i servizi e percorsi esistenti di accesso alle cure.

Oltre al Calcit e alla ASL, promotori del progetto sono il Rotary Club, Fondazione Cesalpino, Federfarma e Ufficio scolastico provinciale.

fonte: ufficio stampa

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