Pediatri e medici di famiglia: “Necessario riorganizzare le cure primarie”

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Il dott. Paolo Biasci, presidente nazionale della Federazione Italiana Medici Pediatri: “La nuova disposizione della Conferenza delle Regioni è un’opportunità da non perdere”

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Dott. Paolo Biasci

Roma, 9 agosto 2018 – “Ci sono le opportunità per dare un futuro migliore al servizio sanitario nazionale e alla pediatria di famiglia investendo le risorse derivanti dal riparto delle quote vincolate del Fondo Sanitario 2018 sulla medicina territoriale. Accogliamo con soddisfazione la determinazione della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, su proposta del Ministero della Salute, di destinare 40 milioni per incrementare le borse di studio e i contratti annuali di specializzazione nelle discipline per le quali c’è carenza di professionisti, autorizzando l’immediato utilizzo già a partire dai corsi che inizieranno nel 2018”. È quanto dichiara il dott. Paolo Biasci, Presidente Nazionale della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP).

“E’ stata una scelta che ci induce a stimolare le Regioni a dare compiutezza progettuale a questo passaggio importante e a chiedere alle Regioni stesse di dare un segnale di continuità all’attuale assistenza pediatrica che i Pediatri di Famiglia garantiscono in Italia nell’ambito del servizio sanitario nazionale a bambini e adolescenti – afferma Biasci – applicando con coerenza rispetto alle esigenze del territorio e al futuro delle Cure Primarie l’investimento di risorse previsto, ripartendole tra l’incremento di 860 borse di studio annue per i medici di medicina generale e destinando alla pediatria i 58 contratti annuali di specializzazione per il quinquennio, al fine di far fronte alle necessità attuali e future di nuovi specialisti”.

“Le cure primarie devono sviluppare le proprie specificità e le capacità di risposta ai nuovi bisogni di salute dei cittadini – conclude Biasci – L’obiettivo futuro è sviluppare ulteriormente la continuità, qualità e capillarità dell’assistenza che già oggi riusciamo a garantire. Serve quindi maggiore attenzione da parte della politica e una valutazione del sistema nella sua complessità. I pediatri e medici di famiglia per svolgere in pieno i loro compiti necessitano di uno sviluppo coordinato e devono essere oggetto di una programmazione unitaria e coerente con gli obiettivi del servizio sanitario nazionale. In primo piano va rafforzato il ruolo insostituibile rappresentato dal quotidiano rapporto fiduciario con bambini, adolescenti, adulti, anziani e con le loro famiglie”.

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