Orari di lavoro e riposi dei medici italiani: nulla cambia?

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AAROI-EMAC: “Si fa strada l’ipotesi gattopardesca di deroghe stabilite per decreto”

Alessandro-Vergallo-Presidente-AAROI-EMAC

Dott. Alessandro Vergallo

Roma, 9 novembre 2015 – “Con l’avvicinarsi del 25 Novembre si assiste in queste ore alla più completa anarchia delle idee più disparate, nella miglior tradizione del Bel Paese, sulla modalità con cui sia possibile aggirare la normativa europea sugli orari di lavoro e sui riposi dei medici italiani.

Qualche giorno addietro, dopo un anno di completo disinteresse governativo, le OOSS della Dirigenza Medica e Sanitaria, separatamente per le rispettive aree contrattuali di riferimento, avevano inviato una diffida alle Regioni e alle Aziende del SSN dall’emanare regolamentazioni in qualsivoglia modo difformi rispetto alla normativa. Contestualmente, avevano invitato i loro Rappresentanti Regionali e Aziendali a non sottoscrivere alcun accordo decentrato regionale o aziendale, affinché la responsabilità di situazioni pregresse e future già dichiarate illegittime dalla Corte di Giustizia UE non potesse essere scaricata sulle articolazioni periferiche dei Sindacati, al cui solo livello nazionale, per il settore pubblico, spetta la contrattazione collettiva.

Le contromisure non si sono fatte attendere: in poche ore, ad una notizia sull’ipotesi che un ennesimo decreto calato dall’alto stabilisca unilateralmente le deroghe, si è sovrapposta quella di una mini-proroga di due mesi delle deroghe già dichiarate illegittime dalla UE. Idee in libertà, a conferma di un’incapacità politico-amministrativa, a tutti i livelli, di rassegnarsi alla necessità di una seria riorganizzazione del lavoro nel SSN. Nel frattempo, le OOSS nazionali del pubblico impiego sono state convocate dall’ARAN per domani 10 Novembre. Una convocazione che apprezziamo, e alla quale, affinché non sia un pro-forma, ci presenteremo con intenti propositivi, auspicando che sia l’occasione per ripristinare il valore della contrattazione nazionale di lavoro, da anni calpestata da interventi legislativi di ogni genere e specie.

Ma se invece dovesse avverarsi il progetto governativo di emanare un decreto derogatorio, facendo leva su una richiesta unilaterale delle Regioni all’ARAN, come purtroppo consentito, ad arte, dall’art. 17 comma 2 del D. Lgs 66/2003, si assisterebbe ad un’ennesima dimostrazione di antidemocrazia, che probabilmente, peraltro, non basterebbe ad evitare le sanzioni dell’Europa pendenti sul nostro Paese.

Ci opporremo comunque con forza qualora l’applicazione delle norme sugli orari di lavoro e sui riposi “europei” dei medici italiani, anche ai fini della sostenibilità del SSN, venga aggirata attraverso un’esacerbazione del già insostenibile fenomeno del precariato mascherato sotto forma di contratti libero-professionali fittizi (compresi quelli esternalizzati a cooperative), che in realtà sono veri e propri rapporti di lavoro dipendenti privi di qualunque tutela. Nel SSN, affinché esso sia realmente sostenibile, oltre che equo come le cure che dovrebbe garantire, tutti i professionisti devono essere assunti unicamente attraverso le regole concorsuali vigenti, nel pieno ed incondizionato rispetto della contrattazione collettiva di lavoro”.

Alessandro Vergallo, Presidente Nazionale AAROI-EMAC

fonte: ufficio stampa

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