Occhio secco, assenza di umidità e grande siccità tra le cause della patologia

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Roma, 26 giugno 2019 – L’inarrestabile cambiamento del clima che sta investendo ogni parte del globo ha gravi ripercussioni sulla salute: “È la più grande minaccia per la salute umana del XXI secolo” ha affermato in un rapporto The Lancet, una delle più importanti riviste scientifiche in ambito medico, sottolineando come l’influenza dell’ambiente e del clima sulla salute umana siano ormai inequivocabili.

Un altro ampio studio cui hanno contribuito venti Paesi industrializzati durato oltre vent’anni, del prestigioso “New England Journal of Medicine, ha elencato le nuove patologie che stanno insorgendo e le vecchie che si dimostrano sempre più frequenti e aggressive a causa dello sconvolgimento del nostro “sistema meteorologico”.

Le devastanti tempeste, la siccità ormai quasi perenne, le ondate di calore, la desertificazione di aree sempre più prossime alla città sono la minaccia incombente alla nostra salute. L’inquinamento ambientale in Europa (secondo recenti studi epidemiologici) riduce l’aspettativa di vita in media di oltre due anni, provocando annualmente 133 decessi ogni 100mila abitanti. Stando alle stime dell’OMS tra il 2030 e il 2050 saranno circa 250mila ogni anno i decessi imputabili alle ondate di caldo e alle loro conseguenze.

Secondo l’OMS, che già due anni or sono in un report consegnato a tutti gli Stati membri aveva segnalato che la patologia dell’occhio secco è ancora troppo sottovalutata dai servizi nazionali della salute, ha recentemente posto l’attenzione sulle conseguenze che il cambiamento del sistema meteorologico ha sulla salute dei nostri occhi.

Nell’ottobre scorso il National Institute of Health (l’Istituto nazionale della Salute americano), in un simposio sul tema “La salute dell’occhio in relazione ai cambiamenti climatici”, ha presentato un ponderoso studio che il National Eye Institute (la società scientifica americana di oftalmologia) ha svolto ed è durato oltre tre anni.

“I dati e le considerazioni scientifiche derivanti – ha affermato M. West, uno dei responsabili dell’indagine svolta dal National Eye Institute – sono molto allarmanti. In presenza di un clima con scarsa umidità e di temperature elevate i sintomi dell’occhio secco aumentano e si aggravano”. Il modello di indagine è stato applicato alle condizioni climatiche del territorio americano e dall’analisi dei dati è risultato un aumento esponenziale dell’insorgenza della patologia dell’occhio secco a partire dagli ultimi vent’anni.

È stato ribadito che “il peggioramento delle condizioni del clima rappresenta un fattore trainante dell’aumento della gravità della malattia e che sia ragionevole attendersi che, perdurando la crescente mancanza di umidità e il diffondersi della desertificazione di aree sempre più estese, ci sarà un altrettanto peggioramento della sintomatologia dell’occhio secco”.

Dallo studio americano gli epidemiologi hanno ricavato “un grado di certezza sul fatto che le condizioni causate dal cambiamento climatico non solo sono fortemente associate alla sintomatologia della secchezza dell’occhio ma ne siano una causa certa e determinante e a questa conclusione non eravamo ancora arrivati”.

Anche il rapporto Global Change Research, che ogni quattro anni viene richiesto dal governo degli Stati Uniti e viene realizzato da 13 Agenzie federali, nella edizione presentata il 23 novembre del 2018 richiama l’attenzione sull’aggravarsi della patologia dell’occhio secco e sulle previsioni di un futuro sempre più a rischio.

E in collaborazione con la Nasa ha dato l’avvio a uno studio sulla situazione epidemiologica delle singole città americane e ne ha redatto un elenco “Le città dall’occhio secco”. Finora i centri monitorati sono un centinaio e nella classifica le prime città che hanno rilevato nei suoi abitanti un’evidenza maggiore di secchezza degli occhi sono Las Vegas, Atlanta, Honolulu.

Gli scienziati che hanno completato lo studio pubblicato dal New England Journal of Medicine, hanno anche spiegato che “tutti questi eventi (fra crescita esponenziale di patologie e disastri climatici) avranno un impatto enorme anche sui servizi sanitari e il funzionamento delle infrastrutture assistenziali verrà seriamente compromesso”.

Lucio Buratto, direttore scientifico del CIOS, il primo Centro Italiano dedicato alla patologia dell’occhio secco, ha dichiarato: “È indispensabile che gli ospedali si attrezzino per fronteggiare emergenze climatiche, come le ondate di calore, soprattutto nelle città che sono quelle che risentono di più dell’impatto nocivo sulla salute”.

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