Obesità e Covid-19, una relazione pericolosa. Studio dell’Università di Chieti

Chieti, 18 maggio 2021 – È stato appena pubblicato su Frontiers in Endocrinology, una delle più prestigiose e accreditate riviste internazionali del settore, un importante lavoro prodotto dal prof. Nicolantonio D’Orazio, ordinario di Scienze Tecniche Dietetiche Applicate presso il Dipartimento di Scienze mediche, Orali e Biotecnologiche dell’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara, con la collaborazione della dott.ssa Maria Alessandra Gammone, assegnista di ricerca presso il medesimo Dipartimento. Si tratta di uno dei primi studi realizzati in Italia sulla dannosa correlazione tra Obesità e Covid-19.

“Negli ultimi mesi – spiega il prof. Nicolantonio D’Orazio – l’emergenza causata dal virus SARS-CoV-2 ha messo in evidenza anche un ulteriore fattore di rischio a cui i pazienti obesi sono maggiormente esposti, determinando un legame che in molti casi può essere fatale: abbiamo analizzato numerosi studi che confermano che le persone affette da obesità corrono un maggior rischio di sviluppare una sintomatologia più severa quando si ammalano di Covid-19. Maggiore è l’indice di massa corporea, maggiori sono le probabilità che sviluppi l’infezione in maniera più grave”.

“La pericolosa alleanza fra le due patologie – continua il prof. D’Orazio – è determinata da alcuni fattori predisponenti che sono presenti in chi è obeso, come l’infiammazione cronica di basso grado che aumenta il numero di citochine (molecole ad azione pro-infiammatoria) e diminuisce la reattività del sistema immunitario. In queste persone diventa quindi difficile arginare l’infezione virale da SARS-CoV-2 che oltretutto esaspera la risposta infiammatoria dell’organismo. Inoltre, la presenza nel tessuto adiposo di un maggior numero di recettori dell’angiotensina di tipo 1 e 2, l’enzima utilizzato dal virus per la penetrazione nell’organismo, facilita l’infezione delle cellule umane. L’obesità è inoltre associata a disfunzione endoteliale dei vasi sanguigni che favorisce la formazione di trombi ed emboli, aumentando il rischio di complicanze cardiovascolari nel decorso di Covid-19”.

“Sarebbe pertanto dovere di ogni medico – conclude il prof. Nicolantonio D’Orazio – invitare i pazienti obesi a mettere in atto tutte le misure per ottenere il calo ponderale, al fine sia di prevenire lo sviluppo di ipertensione, diabete e sindromi respiratorie croniche, sia di opporre organismi più sani e immunocompetenti alle possibili aggressioni infettive”.

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