Neurochirurgia pediatrica, occorre potenziare i Centri che se ne occupano

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Competenza specifica, esperienza e studi cooperativi possono raggiungere traguardi importanti nella cura delle patologie del sistema nervoso centrale dei pazienti in età pediatrica. È quanto emerge dalle dichiarazioni rilasciate dal neurochirurgo Michelangelo Gangemi, Direttore del Dipartimento di Neurochirurgia dell’Università di Napoli Federico II

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Prof. Michelangelo Gangemi – Ordinario di Neurochirurgia; Direttore del Dipartimento di Neurochirurgia dell’Università Federico II di Napoli

Roma, 12 settembre 2015 – “La neurochirurgia infantile è una disciplina in continuo sviluppo e deve essere svolta in centri specializzati per la cura dei pazienti in età pediatrica”, esordisce l’esperto. Secondo Michelangelo Gangemi, il potenziamento dei Centri già esistenti nel nostro Paese e la creazione dei nuovi Centri che si occupano esclusivamente della patologia neurochirurgica del bambino rappresentano punti fondamentali per lo sviluppo e il progresso di questa sub-super disciplina.

“I problemi clinici che si incontrano in neurochirurgia pediatrica – spiega il docente di Neurochirurgia dell’ateneo napoletano – sono diversi da quelli che presenta il paziente adulto, per il semplice fatto che il cervello dei bambini è un organo in continuo sviluppo e che alcune terapie utilizzate nella patologie neurochirurgica non possono essere impiegate in pazienti di piccole età come ad esempio la radioterapia tradizionale”.

È necessario dunque modulare l’utilizzo chirurgico delle terapie complementari in maniera tale da non provocare danni. “Solo una competenza specifica, l’esperienza e studi cooperativi possono raggiungere traguardi importanti nella cura delle patologie del sistema nervoso centrale dei pazienti in età pediatrica”, sottolinea Gangemi e racconta che durante il Congresso sono stati affrontati molti temi sui quali non vi è unanime consenso, ad esempio sul trattamento di alcuni particolari tumori. “In quest’ultimo – spiega – i biomarkers rappresentano la vera novità per quel che concerne il trattamento e la prognosi di pazienti affetti da neoplasia celebrale”.

Molto interessanti infine, nel corso dei lavori congressuali, sono state alcune relazioni sulla rimozione di lesioni neoplastiche localizzate in alcune regioni che fino a poco tempo fa erano inaccessibili alla chirurgia, grazie all’impiego di nuove tecniche come l’endoscopia e la neuroradiologia funzionale.

fonte: ufficio stampa

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